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Dj “Pitch” e la formula del successo: «Non cade dal cielo, serve duro lavoro»

Di Adriano Pagano |

«Per fare musica devi aver sofferto, perché altrimenti hai poco da raccontare». Sembra citare De Andrè, Nicolò Mancuso, in arte “Pitch”, dj e producer tra i più attivi della scena rap/hip-hop/trap italiana. Dagli esordi al successo, difatti, la sua strada è stata lunga e tortuosa. Classe ‘85, origini siciliane, vanta un lungo sodalizio con artisti del calibro di Baby K e soprattutto Achille Lauro, rapper romano di grande successo con il quale ha recentemente fondato la “No face”, un’etichetta discografica indipendente con sede a Milano.

«Al momento – dice Mancuso – abbiamo 15 artisti tra cantanti e producer e, di recente, abbiamo chiuso un importante contratto con Sony Music Italia per otto release da rilasciare in due anni e mezzo. Il primo disco, dal titolo “No Face forever”, è uscito il 14 dicembre. Abbiamo uno studio di registrazione a Roma e un altro a Milano». Il successo, tuttavia, non è piovuto dal cielo, ma è arrivato dopo un percorso lungo e travagliato. «L’incontro con la musica è avvenuto a 13 anni, ascoltando Articolo 31 e Public Enemy. Mi sono appassionato alla scena hip hop underground, che all’epoca veniva soprattutto dall’America ed era un genere molto di nicchia. Investivo tutti i miei risparmi in giradischi musicassette». Terminati gli studi superiori a Caltagirone, Nicolò si trasferisce a Roma dove studia grafica pubblicitaria e lavora nel settore: «mi proposero un contratto a tempo indeterminato, cosa rara a questi tempi, tuttavia decisi di rifiutare per inseguire la mia vera passione, scatenando tra le altre cose le ire dei miei. Raccolsi tutte le mie forze e fondai assieme all’attuale proprietario la mia prima etichetta discografica indipendente, la “Honiro”, che ha lanciato tra gli altri nomi come Briga, Madman, Gemitaiz, Ultimo». Poi l’incontro con Baby K, all’anagrafe Claudia Judith Nahum, cantante e rapper italiana. All’inizio Claudia non aveva un dj ufficiale che la seguisse, così dai suoi esordi fino all’esplosione sulla scena pubblica (ricordiamo la hit “Roma-Bangkok” con Giusy Ferreri n.d.a.) sono riuscito a ritagliarmi uno spazio che mi consentisse di accompagnarla ai suoi live. Insieme abbiamo fatto svariate apparizioni televisive, con lei sono cresciuto davvero tantissimo e ho avuto la possibilità di lavorare con la serie A della musica italiana».

L’intraprendenza e la voglia di fare spingono Nicolò a guardare sempre oltre e a lavorare su più piani paralleli; su questa scia si staglia il sodalizio con Lauro: «Achille l’ho conosciuto quando ancora non cantava e viveva ai confini della legalità. Nel suo libro (“Amleto sono Io”, Rizzoli, n.d.r.) si parla anche del nostro incontro; insieme ne abbiamo viste di tutti i colori. Dopo aver lavorato per anni a Roma con l’etichetta di Marracash e Dj Shablo abbiamo capito che potevamo andare da soli. Da lì il nostro trasferimento a Milano e la nascita di No Face. La fortuna non cade dal cielo, ma si crea con la perseveranza e il duro lavoro. Ho passato momenti terribili, in cui mi sono trovato a non avere soldi per l’affitto o a dover dividere una scatoletta di tonno in quattro, ma se credi davvero in quello che fai, indipendentemente dalle difficoltà, la vita prima o poi ti ripaga».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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