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Luigi Strangis e l’inno alla libertà di essere chi si vuole: «Voglio la gonna»

Di Simone Russo |

E' uscito il nuovo album “Voglio la gonna” di Luigi Strangis. Il giovane cantautore e polistrumentista di Lamezia Terme, vincitore dell'edizione 2022 di Amici, ha scelto la libertà e l'amore, nelle sue varie sfaccettature, come fil rouge del disco. E' stato protagonista al Mercato San Lorenzo di Palermo (all'interno della Mondadori Store) per incontrare il pubblico siciliano con l'instore tour.

«E' un disco molto energico – spiega Luigi – nasce proprio tra una data live, un instore e un DayOff. È un disco che rispecchia quel periodo che stavo vivendo. Pieno di cose da fare, pieno di energie. Lavorare per il disco mi ha ricaricato».

“Voglio la gonna” è una chiara voglia di libertà. Per te cosa rappresenta questo importante diritto?

«La libertà è proprio una vita senza regole, ma con il rispetto verso gli altri. Poter essere quello che si vuole. Immaginare ed essere quello che ognuno di noi sente. Fare, dire ed essere ciò che si vuole. Se domani una ragazza vuole studiare matematica per diventare un'ingegnere può farlo. Deve essere libera di scegliere. Se domani un uomo vuole indossare una gonna, deve essere libero di poterlo fare. Io voglio essere libero di poter scegliere se mettere una gonna, un pantalone o la tuta. Deve essere fondamentale la libertà di scegliere chi vuoi essere, ovviamente rispettando sempre gli altri».

La copertina del tuo album, appunto, ti vede ritratto con una gonna. Una immagine “forte” per il mondo del web. Quale è stata la risposta che hai ricevuto dalla rete?

«Ho ricevuto molti insulti. Tanti i commenti lasciati contro questa scelta. Questo, però, fortifica l'idea del disco. Il messaggio vuole essere proprio questo, bisogna ribadire che i commenti ci sono e ci saranno sempre ma se voglio qualcosa perché non posso farlo? La mia generazione si sente libera e non fa distinzioni. Ci sentiamo liberi di esprimerci senza imposizioni su come vestire e più in generale su come essere».

C'è differenza di “libertà” tra le “nuove” e le “vecchie” generazioni?

«Può essere, penso che sia inevitabile perché i tempi cambiano. Cambiano tutte le cose. Cambiano i tempi, cambia la musica, cambia la storia, cambia la vita. È normale che ci sia un trasporto generazionale diverso. Succede semplicemente per una storicità delle cose».

“Voglio la gonna” vede al suo interno “Stai bene su tutto”, brano già in rotazione radiofonica. Canzone in cui si respira l'energia e la spensieratezza dei vent'anni, tra feste il lunedi, balli lenti, rave alle sette di mattina. Quanto ti rispecchia questa canzone?

«Sono io, vorrei sempre festeggiare dalla mattina alla sera. Quando fai musica devi essere te stesso. È giusto raccontare quello che si è. “Stai bene su tutto” racconta proprio di me».

In “Sembra Woodstock” racconti la voglia di partire “per non ritornare”. Una scelta forte, come mai?

«E' una voglia di partire e non ritornare che può essere una cosa tipica, ma non per forza. Quella voglia che ti porta ad incontrare una persona, partire con lei, anche senza fisicamente viaggiare. Quella voglia di uscire dalla quotidianità e di restare fuori dal mondo. Anche non viaggiando nel vero senso del termine».

Insieme alla libertà, in questo tuo nuovo album c'è anche l'amore. Cosa rappresenta questo sentimento nella tua vita?

«E' un sentimento molto importante. Sono una persona che vive d'amore e lo vivo in maniera molto particolare. Quando mi innamoro do tutto me stesso. Devo solamente trovare la persona giusta».

Nell'amore, come ci racconti in “Bang Bang” ci si può allontanare l'uno dall'altro solo per dire un “no” per dispetto. Ti è mai capitato?

«Prendere in giro una persona è sempre sbagliato. Quando non si prova un sentimento è meglio interrompere il rapporto».

In “Tracce di Te”, racconti di un tuo amore finito che ha lasciato il segno. Ti sei voluto “mettere a nudo” con il tuo pubblico?

«Questa canzone l'ho scritta all'interno dell'esperienza di Amici. Racconta di una storia che finisce ma che poi rivedi quella persona in tutto quello che ti ruota accanto. Le tracce di chi ti è stato fianco a fianco ma che adesso non c'è più. Nella musica voglio sempre raccontare la mia vita e la mia autenticità. Mi sono accorto, con il passare del tempo, che essere strano non è così malvagio. Magari ti senti strano ma fondamentalmente non lo sei. Puoi fare le cose in maniera diversa, ma non è detto che tu sia strano».

L'album si “chiude” con “Cicatrici”. L'amore può anche fare del male?

«Non è una scelta casuale. Le cicatrici ti rimangono dopo che finisce un'amore. È un qualcosa che ti lascia un segno. Ci sono cicatrici belle ed altre più brutte. Sono quelle cose che ci fanno crescere e ci accompagnano nella nostra vita».

Tra poco meno di un mese avrai due importanti appuntamenti. 16 novembre l'Alcatraz di Milano ed il 20 novembre l'Atlantico a Roma. Come ti stai preparando per questi live?

«Sarà un allestimento molto rock. Tutto molto suonato. Volevo aggiungere nel live dei momenti in acustico. L'idea è quella di raccontare Luigi dalla mia cameretta ad un grande palco».

Dal 27 ottobre, ti ascolteremo protagonista anche nel film “Il talento di Mr. Crocodile”. Che esperienza è stata?

«Particolare, ho imparato tante cose. Mi sono dovuto abituare ad essere un coccodrillo. È stato molto divertente. Una esperienza che rifarei».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA