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Mr Rain dal “Pianeta di Miller” alla Villa Bellini di Catania per un live da “Super Eroi”

L'artista ha annunciato nuove date live per l’estate 2024.

Di Simone Russo |

Dopo l’uscita del nuovo album “Pianeta di Miller” che ha esordito ai vertici della classifica dei dischi più venduti. Mr Rain, artista multiplatino, ha annunciato nuove date live per l’estate 2024. Dopo i live nei palazzetti previsti per l’autunno, si aggiungono nuovi appuntamenti dal vivo in tutta Italia. L’unico appuntamento siciliano (prevendite già aperte) è alla Villa Bellini di Catania, per il 31 luglio. «Da più di un anno e mezzo sto vivendo tantissime bellissime cose – ha spiegato Mr Rain – adesso sto girando con il mio InStore Tour dove credo sia il momento migliore per entrare in contatto con il pubblico che mi segue. Ho modo di conoscerli e di farmi raccontare le loro emozioni. Se ho la possibilità di fare questo lavoro lo devo ad un sacco di gente che viene ai miei live e mi segue nei firmacopie. Sono onorato di trovare un grandissimo calore in tutta Italia. Sanremo mi ha donato il calore della gente e una nuova visione della musica. Dopo il Sanremo dello scorso anno ho capito che veramente posso avere un ruolo. Riesco a raccontarmi attraverso la musica. Il mio unico metodo di comunicazione con le persone che amo. Dopo il Festival di Sanremo dello scorso anno ho notato che un sacco di gente mi ha cercato e contattato per raccontare la loro storia e come SuperEroi sia stata di supporto in momenti difficili, come una perdita. Questa cosa è un qualcosa di magico che avviene con la musica. Riuscire ad essere utile a qualcuno, pur non conoscendolo di persona. È bellissimo».

Quest’anno sei ritornato sul palco dell’Ariston con un brano molto intimo ed emozionante. “Due Altalene” accumulate da un forte dolore. Come mai questa scelta?

«Ti serve qualcuno nel momento del dolore. Non è una frase fatta. Ma non puoi combattere una guerra stando da solo. Hai bisogno di qualcuno. L’unione fa la forza. Anche imparare a confidarsi e a chiedere aiuto. Raccontare e raccontarsi non ti alleggerisce del peso ma condividendolo ti senti più forte. È il motivo per cui ho scritto “Due Altalene”. Quando questo genitore mi ha raccontato la perdita dei suoi due figli di 13 e 7 anni che erano miei fan, mi è crollato il mondo addosso. Ho conosciuto questa persona, ho abbracciato questa persona, ho invitato questa persona ai miei concerti. È una cosa che mi ha sconvolto. Da qua ho cominciato a scrivere la canzone e ci sono voluti tanti mesi. L’ho scritta più volte perché è stato un insieme di tante storie. In un anno sono stato proprio una spugna, ho assorbito tutto quello che mi è arrivato. Storie toccanti. Questo Sanremo l’ho vissuto emotivamente più complesso, la mia grande sfida era imparare a gestire tutto quello che mi sprigionava cantare questa canzone».

La prima serata al Festival di Sanremo, durante la tua esibizione, il pubblico si è alzato in piedi, ha cominciato ad accendere la torcia del cellulare e ad unirsi al tuo abbraccio “a distanza”. Cosa ti ha lasciato quel momento?

«Non capivo se erano applausi in sala o disturbo in cuffia. La prima sera quando ho cantato “Due Altalene” mi sono alzato e stavo passando in mezzo a queste due altalene. Mi sono tolto le cuffie per capire se effettivamente erano le persone in sala. È partito un lungo applauso fino alla fine della canzone. Tutta la platea era illuminata dal flash dei cellulari. È stato veramente un momento magico. Ogni serata è stata indimenticabile».

La musica può diventare una terapia dell’anima?

«Sono sempre stato convinto, e in questi anni molto di più, che la musica è un veicolo che puoi cercare di cambiare il mondo. Con la musica puoi parlare di argomenti che non vengono mai trattati abbastanza, come la salute mentale. Da qualsiasi parte ogni occasione è una opportunità per dare un contributo. Mi sento quasi in obbligo di dare il mio. Ho scelto di dare il mio contributo portando “Mary”, nella serata delle cover, ma non per la bellezza del pezzo che è bellissimo ma per il messaggio che è schifosamente troppo attuale come la violenza sulle donne. Era fondamentale farlo in modo che sempre più persone ne parlano, stiamo andando nella direzione giusta ma, evidentemente, non è abbastanza. Ogni giorno accadono cose veramente spregevoli. Ho scelto di dare un mio contributo».

Con “Pianeta di Miller” hai già ottenuto il primo posto in tutte le classifiche di vendita e di gradimento. Come nasce questo nuovo progetto discografico?

«Nasce da una esigenza di raccontarmi. È una citazione ad Interstellar che è il mio film preferito in assoluto. Il pianeta di Miller è un pianeta colmo di acqua, al 100%. Perfettamente in linea con quello che sono, Mr Rain che scrive nei giorni di pioggia. Mi piace anche come è stato raccontato il tempo. Spesso mi sento il protagonista, come se viaggiassi ad una velocità diversa rispetto al mondo che mi circonda. È una sensazione strana. Ho sempre vissuto come se fossi proiettato nel futuro. Sempre tante cose da fare in questo mondo che va velocissimo. Mi sono accorto che non ho dato e donato il giusto tempo a tutte le cose. Ai legami che ho. La domanda che mi sono posto è tra venti, trenta, cinquant’anni quando mi renderò conto di tutto quello che ho fatto e riguarderò questo libro pieno di foto con tutte le cose che ho fatto, sarò soddisfatto del tempo che ho dedicato per godermi ogni attimo. Probabilmente no. Questa è una promessa che mi sono fatto, devo cercare di rallentare il tempo. Non vuol dire fermarsi, anzi. Semplicemente imparare a godersi l’attimo. Quell’attimo che diventa indimenticabile.

In questo nuovo album c’è anche il singolo “Paura del buio”, come nasce?

«E’ una canzone che ho scritto per il me più piccolino. Da bambino. È una canzone che spiega a questo bambino, che sono io, comunque vada avrai una vita piena di alti e bassi. Soffrirai tanto ma tutto servirà per non avere più paura del buio. Non avere più paura di te stesso. Ogni cosa che ti spaventa diventerà un punto di forza. Saranno loro a darmi aiuto».

Sei pronto a ritornare quest’estate in Sicilia con la tua musica?

«Amo la Sicilia. Ogni anno, con il mio tour, passo sempre in Sicilia. L’anno scorso a Palermo e a Catania. E’ sempre bellissimo venire in Sicilia. C’è un calore delle persone impossibile da descrivere. C’è un affetto incredibile. Ogni volta che sono passato in Sicilia ho sempre trovato tantissimo amore dalle persone. Ogni volta che torno è un quasi sentirsi a casa. In Sicilia anche se vengo per lavoro mi sento di vivere una emozione divertente, vengo a vivere con persone splendide in una Terra così unica».

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