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“Inedita-mente Cilea“, la musica che viene dal Sud si “prende” La Scala

Il 23 gennaio i virtuosi del Teatro milanese diretti dal Maestro Filippo Arlia 

Di Maria Lombardo |

La musica viene dal Sud approda alla Scala di Milano con l’intento non solo di far conoscere un compositore poco noto come Francesco Cilea ma anche di entrare nel giro delle iniziative rivolte ai giovani, pubblico di domani, dal momento che tutte le sale da concerto sono frequentate specialmente da persone mature e anziane.

Così il concerto di lunedì 23 gennaio nel tempio milanese della lirica e della musica classica per il ciclo “Invito alla Scala", vede i Virtuosi del Teatro alla Scala diretti dal Maestro Filippo Arlia proporre “Inedita-mente Cilea“ a un pubblico di ragazzi quasi portati per mano dagli anziani che quel luogo frequentano da decenni: musiche di Leonardo Leo (Concerto in re maggiore per violoncello e orchestra, revisione e orchestrazione di Francesco Cilea) e Francesco Cilea (“Il Canto dell’Amore” per soli e orchestra d’archi, orchestrazione di Raffaele Cacciola da un tema inedito di Francesco Cilea; Suite in mi maggiore per violino e orchestra; Piccola Suite per orchestra). I solisti sono il violoncellista Enrico Bronzi e il violinista Massimo Quarta.

Invito alla Scala è un’iniziativa volta a mantenere viva l’importante tradizione della musica da camera, rivolgendosi a formare il pubblico alle più svariate tipologie di scritture musicali e di facilitarne l’ascolto.

L'idea di mettere in scena “Inedita-mente Cilea” nasce grazie ad uno studio che il Maestro Arlia ha intrapreso insieme agli allievi del Conservatorio di Musica "Tchaikovsky" di Nocera Terinese (Catanzaro) di cui è direttore. "Abbiamo svolto un lavoro di ricerca sulle musiche inedite di Cilea: alcune scoperte sono state entusiasmanti, perché è stato un genio. “Inedita-mente Cilea” non è soltanto un concerto, ma anche un lavoro discografico: questo programma, già registrato con I Virtuosi del Teatro alla Scala, sarà pubblicato da Brilliant Classics e distribuito in tutto il mondo". 

Quanto al rapporto fra i giovani e la musica classica "purtroppo i ragazzi non conoscono la conoscono – dice il maestro – magari la identificano soltanto con il busto di Beethoven posto sopra un pianoforte. Questo della Scala è un concerto rivolto in modo particolare ai giovani e alle scuole, visto che l'età media degli abbonati ai teatri in Italia si sta alzando in maniera preoccupante: è bello che chi ha i capelli bianchi vada ad ascoltare un concerto o a vedere uno spettacolo teatrale, ma se ci andassero numerosi anche i giovani sarebbe davvero una bella cosa.".

Filippo Arlia, calabrese, è il più giovane direttore di Conservatorio in Italia, è stato sul podio della Carnegie Hall di New York e della Novaya Opera di Mosca, ha debuttato sul podio dei Berliner Symphoniker con Stefano Bollani al pianoforte al Teatro Filarmonico di Verona ma è orgoglioso dell’invito del Teatro alla Scala, simbolo di “italianità”, anche come lancio del lavoro quasi monografico dedicato da Francesco Cilea, suo conterraneo (era nato a Palmi) “uno dei grandi nomi dimenticati del nostro verismo di fine Ottocento e inizio Novecento che – dice Arlia – merita un posto più rilevante rispetto a quello che gli è stato assegnato, forse offuscato come tanti altri dalla grandezza di musicisti come Verdi o Puccini: chiunque avrebbe problemi a competere con questi autentici giganti del romanticismo e del verismo musicali".COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA