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Catania, il ko a Messina è pesantissimo: il mercato per salvare il salvabile

Sul banco degli imputati è finito Cristiano Lucarelli: ma la colpa non è solo sua

Di Giovanni Finocchiaro |

Una sconfitta e il Catania precipita nel baratro. La prima topica di Lucarelli ha fatto ripiombare l’ambiente in un clima di tensione e disfattismo. Ci sono dei punti da analizzare perchè è vero che tante critiche mosse dopo il ko di Messina sono anche giuste. Qualcuna, però stona..

SQUADRA DEBOLE

Quando Cristiano Lucarelli ha chiesto tempo e sostegno fino a fine anno vuol dire che aveva le sue ragioni. Aveva “letto” con gli occhi del tecnico le carenze strutturali, tecniche e mentali di un gruppo volubile e a tratti anche svogliato. Come è capitato a Messina. Svogliato perchè non si può affrontare una gara con sufficienza. Come se la classifica di due squadre determina il risultato finale. Mentalmente il Catania è una squadra che non ha regolarità di gioco. Che poi abbia collezionato quattro risultati utili di fila – coppa compresa – è il minimo storico se si deve puntare a una posizione comoda nei play off.

LE CRITICHE A LUCARELLI

Vero è che, scegliendo giocatori come Zanellato, Deli, Mazzotta, Marsura, lo stesso Chiricò che è stanco ed è diventato prevedibile, il Messina sia andato a nozze perchè ha affrontato la partita con un altro piglio. Ma da qui a criticare (quasi offendere) Lucarelli è ingiusto. L’allenatore ha effettuato scelte discutibili. Ma i social hanno già distrutto (a parole) un allenatore che qualche giorno prima era stato definito il salvatore della Patria. Serve più equilibrio quando si parla di un Catania da rilanciare. In questo modo si rompe un giocattolo che non è che si regga in piedi in modo solido se si guarda ai valori effettivi dell’organico. Alludiamo ai valori che vengono espressi in campo e non ai curricula. Criticare è un diritto, questo lo chiariamo immediatamente. Bisogna vedere come e quando si forzano i concetti e perchè si forzano: per spronare o per distruggere? Questa società ha colpe già espresse su queste pagine: inesperienza, scelte errate (ha pagato solo Laneri, possibile?) su giocatori che sono stati sicuramente sopravvalutati. Non pubblichiamo cifre di ingaggi o di accordi pluriennali che riguardano calciatori che, fino a oggi, non meriterebbero di indossare questa maglia. Scelte che andrebbero riviste in sede di un mercato che è in arrivo e che meriterebbe la gestione da parte di un direttore sportivo esperto.

IL BANCO DEGLI IMPUTATI

E allora Marsura non è da Catania, bisogna vendere subito Zanellato, Silvestri, Mazzotta, Quaini, lo stesso Chiricò che gioca senza regole e, sì, inventa, ma poi diventa prevedibile. Via Sarao, Dubickas e chi più ne ha ne metta. Sarao andrà via, pare al Trapani perchè i due club sono d’accordo. Il procuratore del ragazzo cade dalle nuvole e non ha preso benissimo l’ammissione di Lucarelli nel dopopartita (“non è stato convocato perchè c’è una trattativa con un club di D e bisogna tenerlo fermo per regolamento: se si chiude subito l’affare va bene, altrimenti mercoledì lo metto in campo per la Coppa”) e ha detto a chiare lettere di non essere a conoscenza della possibile svolta sul mercato. Le prossime ore saranno foriere di verità.

TENSIONE TRA TIFOSI

Un risvolto non certo edificante è emerso dopo la gara dell’altra sera allo stadio Scoglio. All’inizio del secondo tempo tra Messina e Catania ci sono sono stati all’esterno dello stadio momenti di tensione con qualche lancio di fumogeni tra un gruppo di tifosi messinesi e le forze dell’ordine. I tifosi messinesi cercavano di entrare in contatto con alcuni tifosi catanesi residenti nella provincia di Messina e quindi autorizzati ad assistere alla partita. Grazie all’efficiente servizio d’ordine al servizio della Questura di Messina e alla mediazione della Digos di Catania la situazione è comunque ritornata alla normalità.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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