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La “via crucis” del Catania: Zeoli resta in sella, ma fino a quando?

La crisi dei rossazzurri pare irreversibile: tutti sul banco degli imputati

Di Giovanni Finocchiaro |

Nessun ripensamento: squadra in mano a Michele Zeoli, il terzo allenatore designato in una stagione di soldi spesi a valanga, scelte sbagliate e risultati deludenti. Le voci di un ritorno di Cristiano Lucarelli sulla panchina rossazzurra sono, per ora, frutto di discussioni che restano fuori dalla porta della sede sociale. Magari qualcuno li alimenta, un po’ per idee personali, magari perchè pensa che il problema sia proprio l’allenatore.

Colpa di tutti

Premesso: nessuno è esente da colpe, anche negli ultimi tempi, ma è comprovato che nessuno degli allenatori arrivati prima hanno corretto la parabola discendente della squadra, neanche dopo i rinforzi (tredici) presi durante il mercato di gennaio.Siccome gli assenti hanno ragione, prima Lucarelli era il salvatore della Patria, quando i risultati non sono arrivati, Cristiano era il demone da scacciare e si rimpiangeva Tabbiani. Quando è stato nominato Zeoli tutti con «Zorro» eroe di Taranto. Adesso Michele non è più sulla breccia e si rimpiange Lucarelli. Di tutto, di più insomma. Ogni tifoso ha le proprie idee e le proprie convinzioni. La società va avanti così, fino alla Coppa e anche oltre.

Martedì il tutto per tutto

Poi nel calcio succede sempre il contrario di tutto. Ma alla gara di martedì si arriverà con lo stesso allenatore che – ieri è stato ribadito – gode dell’appoggio del vice presidente Grella e della dirigenza.Si è discusso anche della presenza di Fabio Caserta e di Ezio Raciti in una tribuna quasi deserta. Caserta è sotto contratto, come abbiamo già scritto, con il Cosenza. Raciti è libero di impegni, ma il Catania vuole continuare con la guida che aveva individuato dopo l’esonero di Lucarelli.In città c’è il partito della speranza, quello della retrocessione ormai inevitabile. Inconfutabile la situazione di una squadra che è divista in piccoli gruppi: i volenterosi che si battono quasi contro i mulini a vento; i timorosi che si sono fatti travolgere da 15 sconfitte abbassando inconsapevolmente il tenore di rendimento sul campo; gli strafottenti. E su quest’ultima voce inutile fingere di non notarla: ci si può impegnare sempre, su questo non discutiamo neanche, ma di fronte alle difficoltà c’è qualcuno che potrebbe anche scansarsi. Lo ha fatto capire più volte lo stesso Zeoli: «Coinvolgo tutti perchè nessuno pensi di essere esente. Tutti devono dare il massimo per tirarci fuori da questa situazione».

I casi a parte

Poi ci sono i casi a parte. Tello è ancora infortunato e non arriverà neanche alla gara col Padova. Chiricò? Dopo aver contestato la sostituzione nella gara con la Turris, dopo aver protestato – diciamo così – energicamente dopo la gara, sicuramente è stato multato perchè la società ha un regolamento interno che applica alla lettera di fronte a intemperanze e comportamenti non consoni. Mancare di rispetto a un allenatore è un errore grave. Gravissimo. Ci aspettavamo una punizione più pesante, come l’esclusione dalle convocazioni per qualche gara, particolare applicato dall’inizio della gestione Pelligra – se ricordate – ai danni del giovin ribelle Vitale nella stagione passata. Chiricò era in panca, ieri l’altro. Non è entrato. E questo dice tante cose.

Un’accozzaglia

Insomma questo gruppo che resta nonostante l’impegno di alcuni un’accozzaglia di giocatori non può permettersi di mancare di rispetto al tecnico. E, di conseguenza, alla dirigenza. Di conseguenza alla città. Se riuscissero a pensare solo alle partite e non a litigare, sarebbe già un passo in avanti. Per tutti. Intanto per loro.

Occhio alla Turris

Il paradosso è che oggi i catanesi saranno costretti a puntare gli occhi sull’impegno della Turris che va a Cerignola, aspettare anche i risultati del Monopoli che ospita il Sorrento, del Monterosi che dovrà accogliere tra le mura amiche il Benevento. Ci siamo ridotti male, eppure c’è ancora una matematica speranza. Se si facesse quadrato (riferito ai calciatori) attorno a una corsa salvezza non sarebbe male. Perchè una retrocessione sarebbe irreparabile per tutti, specie per chi – arrivato qui con un curriculum zeppo di vittorie, di promozioni e di Serie A o B – si dovesse macchiare una carriera con un crollo inusitato. Questi “campioni” tutti madidi di sudore – poveretti – avranno la mente lucida per capirlo?

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