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Coni: Malagò, Roma ha vocazione genetica per grandi eventi

Dopo rinuncia a Olimpiadi 2024 l'aria è cambiata completamente

Di Redazione |

ROMA, 28 LUG – “Roma non può assolutamente permettersi di non prendere in considerazione i grandi eventi, perché ha una vocazione genetica per essi. Sono occasioni che servono anche per valorizzare aree periferiche, e vorrei ricordare che gli ultimi lavori importanti qui sono stati fatti per Roma 1960. Dire che è una vergogna è dire poco”. Parola del presidente del Coni, Giovanni Malagò, alla presentazione di un’indagine di Confcommercio sui grandi eventi nella Capitale, tenutasi nel salone d’onore del Coni. Dalla ricerca, realizzata da Format Research, emergono dati interessanti. Ben l’88,7% dei cittadini intervistati ritiene che l’Urbe dovrebbe incrementare la politica dei grandi eventi. Questo porterebbe, tra le altre cose, a sviluppo turistico e culturale, riqualificazione urbana e potenziamento delle infrastrutture. Per il 76,7% di loro, inoltre, la mancata candidatura alle Olimpiadi 2024 è stata penalizzante per il rilancio economico di Roma. “L’aria da allora è cambiata completamente”, garantisce Malagò, mentre l’assessore allo sport capitolino, Alessandro Onorato, ritiene che “se qualche anno fa nella comunità si era instillata l’idea che le Olimpiadi non si dovessero fare, la colpa è stata delle istituzioni. Il no alle Olimpiadi 2024 è stato il momento più basso di Roma da che io ne abbia memoria. Da quel momento in poi c’è stato un esodo di cervelli e di aziende”. Il 62,7% degli intervistati ritiene che le opere realizzate per i Grandi Eventi costituirebbero una vera e propria eredità per la Città Eterna.

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