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Inter, Dzeko ha firmato: così i nerazzurri provano a dimenticare Lukaku

Il bosniaco a trentacinque anni comincia una nuova vita a Milano con l’entusiasmo di un ragazzino

Di Leonardo Zermo |

Edin Dzeko è un giocatore dell’Inter: a trentacinque anni comincia una nuova vita in nerazzurro con l’entusiasmo di un ragazzino. Subito espone la sciarpa del club, promette che parlerà ma non subito, si mette a disposizione del mister Simone Inzaghi. Arriva a Milano con un giorno di ritardo e dopo una rottura con la Roma che alla fine lo lascia andare con il consenso di Mourinho. Per il bosniaco un contratto biennale e un ingaggio fra i cinque e i sei milioni. Alla Roma un bonus in caso di qualificazione in Champions. 

Ieri il consueto cerimoniale delle visite, prima all’Humanitas, poi al Coni. Quindi, pranzo con i dirigenti, visita ad Appiano per prendere contatto con la squadra. L’Inter dopo il trauma della partenza di Lukaku prova a girare pagina anche se non sarà facile. Il campione belga raggiunge Londra e lascia filtrare la propria amarezza per le reazioni dei tifosi interisti che lo hanno insultato e accusato di essere un mercenario mosso dal denaro. Non è così: intanto molte delle responsabilità sono ascrivibili alla società che di fronte a un’offerta monstre non ha voluto e potuto rifiutare, visti i chiari di luna che attraversa. Lukaku che ha perso il suo mentore Conte probabilmente ha perso fiducia in un progetto cambiato in corso d’opera. 

Nel giorno di Messi al Paris Saint Germain, dopo le lacrime della pulce, ieri la presentazione faraonica del campione argentino a dimostrazione che il calcio è fatto di addii e denaro e che non è più il tempo delle bandiere come Totti o Zanetti. Il calcio parla un’altra lingua e gli interisti sperano che Dzeko parli a suon di gol. L’unica cura per dimenticare Lukaku. I numeri parlano chiaro. Solo Il primo anno con i giallorossi (2015-2016) è stato al di sotto delle aspettative, per lui solo 10 reti in 39 gare. La stagione successiva (2016/17) si riscatta e va in gol 39 volte tra coppe e campionato (il record precedente apparteneva a Totti con 32 gol). Nello stesso anno, Dzeko supera il suo record personale (36 reti nel 2008/09), diventa capocannoniere dell’Europa League (8 reti) e anche in Serie A (29 reti). «Edin è perfetto: un attaccante completo che sa tenere palla difendendola e offrendola ai compagni, sa attaccare anche in profondità, quando vuole è anche veloce. Fisicamente è prestante, sa fare bene tutto con entrambi in piedi, di testa è implacabile», disse di lui Luciano Spalletti. 

Ora l’esame più duro: i tifosi nerazzurri attendono il canto del cigno di Sarajevo per trovare un nuovo eroe capace di prendere il posto di Lukaku in campo e nel cuore.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA