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Taekwondo: medaglie per giovani ucraini ospiti della Federazione

A Tallin nella rassegna europea per club. Cito: "Se lo meritano"

Di Redazione |

ROMA, 25 AGO – A Tallin il podio degli European Club di Taekwondo G2 non si è tinto di azzurro ma c’è un filo che lega i giovani atleti ucraini protagonisti alla nostra Federazione: Facile immaginare le difficoltà che negli ultimi mesi questi atleti hanno dovuto attraversare. Difficoltà superate anche grazie all’impegno della Fita che dallo scorso mese di marzo ha deciso di aprire le porte del centro di preparazione olimpica Giulio Onesti per dare modo a questi ragazzi scappati dalla guerra, di proseguire il cammino del loro sogno sportivo. In gara in Estonia ci sono anche i 6 ragazzi ucraini che dopo una lunga preparazione fianco a fianco con il team Italia, hanno conquistato le loro prime medaglie. Due bronzi che valgono molto di più di un podio europeo. “Sono felicissimo, è stata una esperienza che non avevo ancora vissuto a questi livelli – dice un felicissimo Mykhailo Korsak, categoria -68 under 21 – Il pensiero va ovviamente a tutti i miei amici e parenti che ho lasciato in Ucraina. E alla nuova famiglia che ho trovato qui in Italia, qualcosa di speciale”. “non potremo mai dimenticare quello che La Fita ha fatto e sta facendo per noi, questa medaglia è anche loro”, le parole di Danyil Babloniu, categoria -48 junior. Alle loro parole si aggiungono quelle di un altrettanto felice Angelo Cito, Presidente della Federazione Italiana Taekwondo: “A 6 mesi di distanza arrivano i primi risultati importanti per questi ragazzi. Risultati importanti al fine del loro posizionamento nel ranking internazionale, ovviamente, ma non solo. C’è molto di più, credo di poter dire. Se lo meritano perché sono bravi e perché nonostante quello che stanno passando non rinunciano ai loro sogni sportivi rappresentando con fierezza il loro Paese, impegnandosi duramente e quotidianamente insieme ai nostri azzurri. Non sono nostri atleti, non gareggiano per l’Italia ma possiamo senza dubbio dire che siamo tutti orgogliosi di loro!”

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