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Cristiano Lucarelli in un video: «Mio figlio è innocente»

Il figlio dell’ex calciatore, Mattia, è ai domiciliari accusato di violenza sessuale di gruppo. Il padre lo ha difeso in un video sui social

Di Redazione |

 "Dopo aver letto gli atti, sono ancora più convinto dell’innocenza di mio figlio". Cristiano Lucarelli ci mette la faccia, come dice in un video pubblicato su Instagram, e difende a spada tratta il figlio Mattia, agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo commessa lo scorso marzo ai danni di una studentessa americana.

"Credevate che non ci mettessi la faccia? Mi dispiace deludervi, ce l’ho messa per tante cose, figuriamoci per un ragazzo che ho creato, educato e cresciuto e al quale ho trasmesso dei grandi valori, di orgoglio, tolleranza, di contrarietà ad ogni forma di violenza, soprattutto verso le donne", sottolinea l’ex attaccante del Livorno. "Se prima ero convinto che mio figlio fosse innocente, dopo aver letto gli atti rafforzo ancora di più l’idea – prosegue l’ex bomber di Atalanta, Parma, Torino e Napoli, con un passato da allenatore sulle panchine di Perugia, Livorno, Catania e Ternana – e inviterei con i commenti a stare calmi, perché non è neanche una sentenza di primo grado ma sono indagini preliminari".

Per Lucarelli, la palla è stata gettata nel "campo del processo mediatico, che era quello che ci spaventava, perché l’argomento è sensibile e ovviamente si rischia di dare dei giudizi troppo affrettati". L’ex bomber entra nel dettaglio: "Questa è solo una misura cautelare, dovuta a detta da chi l’ha richiesta e firmata al fatto che Mattia e l’altro indagato sono stati intercettati senza saperlo durante una telefonata dove parlavano di un’ingiustizia, di uno scherzo, che non credevano a quello che stavano leggendo. Secondo chi l’ha ascoltata non si evinceva l'ammissione di colpevolezza. Della serie: Non ho commesso il fatto, mi sento tranqillo, tu mi ascolti, evinci ciò e mi costringi ad un provvedimento domiciliare perché non senti nelle mie parole il pentimento. Ma se io non ho commesso il fatto, perché durante una telefonata dovrei sentirmi colpevole? E’ una riflessione che bisognerebbe fare – termina Lucarelli – Queste cose le ho sempre sentite alla televisione, ma quando ci sei dentro, capisci tante cose".

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