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Mazzette sull’acqua potabile a Favignana, arrestato il sindaco

Di Redazione |

Con l’accusa di corruzione, falso e turbativa d’asta la Gdf di Trapani ha arrestato il sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto, che è ai domiciliari. Da stamattina i finanzieri del comando provinciale di Trapani hanno notificato undici misure cautelari nell’ambito di un’indagine della Procura di Trapani sulla gestione del Comune e la gestione del sistema di approvvigionamento idrico.

Ai domiciliari anche l’ex vicesindaco Vincenzo Bevilacqua, il comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri, oltre che il dipendente di una compagnia di navigazione con sede a Napoli. Oltre ai quattro arresti domiciliari, tre persone sono sottoposte al divieto di dimora, una all’obbligo di dimora e tre sono stati interdetti dall’esercizio di un pubblico ufficio.

Sono 24 gli indagati dai pm di Trapani. Durante le indagini i finanzieri hanno “accertato un accordo corruttivo” tra il sindaco, il vice sindaco pro tempore e un assessore del comune di Favignana con i responsabili e i dipendenti di due società che avevano ottenuto dal Ministero della Difesa la gestione della fornitura di acqua potabile, attraverso navi cisterna, nelle isole minori. Quantificato un danno erariale per circa 2 milioni di euro.

L’indagine è partita da un esposto anonimo che, nel settembre 2017 segnalava una “non trasparente gestione del Comune di Favignana” ma anche diversi presunti abusi d’ufficio commessi dal sindaco e da altri amministratori e funzionari pubblici dell’ente. Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno poi fatto luce su una serie di episodi “sull’illecito funzionamento dell’amministrazione”, come spiegano le fiamme gialle.

In campagna elettorale, alle Amministrative del 2018, il sindaco Pagoto aveva dato mandato che agli avversari politici si facessero addirittura le multe: è quanto ricostruito dai finanzieri del Comando provinciale di Trapani che hanno eseguito 11 misure cautelari personali per reati contro la pubblica amministrazione.

Nel blitz anticorruzione, oltre al primo cittadino di Favignana, sono stati arrestati il comandante della Polizia municipale, Filippo Oliveri, l’ex vicesindaco Vincenzo Bevilacqua e una dipendente di una compagnia di navigazione con sede a Napoli. Divieto di dimora per l’assessore Giovanni Sammartano. Dalle indagini è emerso un sistematico scambio di favori, che ha visto alcuni funzionari comunali omettere, ad esempio, volutamente i controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi della società di navigazione, attestare falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati rappresentando mensilmente all’assessorato regionale per l’Energia e Servizi di Pubblica Utilità-Dipartimento Acqua e Rifiuti un fabbisogno di acqua potabile artatamente gonfiato, per consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale per le società concessionarie del servizio di approvvigionamento idrico sull’isola. Un danno erariale di oltre due milioni di euro.

Dal canto loro gli imprenditori illecitamente favoriti, ricompensavano i pubblici funzionari con varie utilità, tra cui l’assunzione di parenti e conoscenti come lavoratori dipendenti nella compagnia di navigazione partenopea o con l’elargizione di contributi annuali di svariate migliaia di euro a favore del Comune di Favignana, che dal sindaco venivano poi ridistribuiti alle varie associazioni coinvolte nell’organizzazione della festa patronale. Le indagini hanno, inoltre, rivelato la commissione ad opera del primo cittadino di svariati abusi ed illeciti, con la collaborazione del compiacente comandante della locale Polizia Municipale. Soprattutto durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative a giugno 2018, da un lato, è stato intenzionalmente omesso di espletare i controlli di competenza della Polizia Municipale nei confronti di alcuni cittadini e di titolari di attività commerciali che appoggiavano la candidatura del sindaco, mentre d’altro lato sono stati concertati ed effettuati mirati controlli nei confronti di quanti erano ritenuti avversari politici del sindaco. Nell’operazione denominata Aegades, sono coinvolte complessivamente 24 persone.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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