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Il volume edito da Bonfirraro

Marco Blanco: «La tradizione siciliana in cucina non esiste»

In "I Quaderni di Archestrato Calcentero" il libraio modicano ricostruisce gli stili alimentari siciliani, a partire dal XVII secolo, demolendo alcune certezze granitiche. Blanco ha consultato decine di ricettari antichi, documenti di archivi di Stato e archivi privati, ricettari dei monasteri, conventi e repertori specialistici per tracciare un profilo “archeogastronomico” siciliano

Di Maria Enza Giannetto |

Chi pensava di nutrire delle certezze sulla tradizione culinaria siciliana, si dovrà ricredere. Dal biancomangiare con il lardo alle cassate salate con uova e formaggio, passando per le seppie a beccafico, scoprirà infatti quanto la parola tradizione non sia poi così immutata e immutabile nel tempo, ma sia “provvisoria”. È questa una delle conclusioni a cui è arrivato il libraio modicano Marco Blanco, 36 anni, che ha recentemente pubblicato, per Bonfirraro Editore, il saggio I Quaderni di Archestrato Calcentero – divagazioni archeogastronomiche in terra di sicilia in cui racconta alcuni aspetti della cucina siciliana aristocratica e conventuale e del gusto attraverso l’evoluzione di celebri ricette presenti nelle cucine isolane sin dal XVII secolo.

I quaderni di Alchestrato Calcentero

Un libro nato dalla passione di Blanco per la ricerca storica. «Mi sono laureato – racconta l’autore – in Lettere Classiche all’Università di Catania e dopo la laurea mi sono concentrato sulle ricerche archivistiche e sulla ricostruzione di alberi genealogici (ha realizzato, tra l’altro, l’albero genealogico della famiglia Bonajuto contenuto in La dolceria Bonajuto, storia della cioccolateria più antica di Sicilia di Giovanni Criscione, collaborando anche alla stesura di alcune parti, nda). Durante quel periodo, spulciando archivi ecclesiastici e di stato, tra faldoni di documenti, contratti e lasciti, non sempre organizzati in maniera razionale, ho cominciato a ritrovarmi tra le mani anche conti, spese, libri di vivande e, incuriosito, ho cominciato ad appuntarle».

Le piccole grandi scoperte, si sa, non possono rimanere patrimonio di pochi. «Franco Ruta (lo scomparso titolare della pasticcieria Bonajuto al quale è dedicato il testo) – racconta – mi disse che le informazioni che avevo trovato erano così bizzarre e interessanti che era davvero un peccato non condividerle e non fare ad altri un’idea di cosa mangiassero i nobili e i frati, ed è nata l’idea del libro. Sono stati quattro anni di ricerche a cui ho voluto poi mettere un punto, anzi un punto e virgola perchè la ricerca non contempla il termine fine».Il volume, che poggia su basi scientifiche, coinvolge il lettore nella ricostruzione di stili di alimentazione che si tramandano fino ai giorni nostri. Marco Blanco ha consultato decine di ricettari antichi, documenti di archivi di Stato e archivi privati, ricettari dei monasteri, conventi e repertori specialistici per tracciare un profilo “archeogastronomico” dove l’esuberante gusto siciliano va a braccetto con una metodologia di ricerca onesta e minuziosamente documentata.

«È davvero interessante – dice – dedurre da ciò che mangiavano i frati nel Monastero dei Benedettini, ad esempio, come si trattasse di un mondo a sè, dove le regole venivano seguite nei giorni di magra, ma dove, il più delle volte, si mangiava come se non ci fosse un domani e si servivano portate su portate con arancini che pesavano anche 400 grammi». Un saggio orizzontale, insomma, come ama definirlo il suo autore che dice: «non ho alcuna volontà di salire sulla cattedra, ma solo di fornire una monografia che, pur rimanendo nel solco del rigore scientifico, possa coinvolgere chiunque desideri comprendere in che modo la storia di forni, pentole e ricette abbia potuto incrociare la grande Storia della Sicilia».

I Benedettini di Catania

Il Monastero dei Benedettini di Catania

Il libro, che contiene anche un mémoire del giornalista siciliano Carlo Ottaviano (direttore editoriale di Gambero Rosso) e della scrittrice Simonetta Agnello Hornby, è stato presentato venerdì scorso al Monastore, il bookshop del Monastero dei Benedettini durante un incontro condotto dalla giornalista Lavinia D’Agostino cui hanno partecipato, oltre all’autore, l’editore Salvo Bonfirraro, il ristoratore Andrea Graziano e il professore associato di Storia Moderna presso la facoltà di Scienze Politiche di Catania, Giancarlo Poidomani (che ha curato la prefazione del saggio). E intanto l’autore, in collaborazione con chef, ristoratori e appassionati siciliani, sta mettendo a punto alcune presentazioni enogastronomiche in cui saranno proposte alcune delle ricette contenute nel testo.

mariaenzagiannetto@gmail.com

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