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Cate Blanchett, l’arte è rivoluzione

Di Redazione |

ROMA, 22 OTT – Una e centomila, anzi una e 13 c: tante sono le donne che Cate Blanchett rappresenta nel film Manifesto di cui è protagonista assoluta e che dopo l’anteprima al Biografilm va in sala dal 23 al 25/10 per il ciclo I Wonder Stories. Nome, plurale: Manifesti. Dichiarazione pubblica di un partito politico o di un gruppo o di un individuo. Il significato della parola è declinato durante tutto il film che tra immagini, frasi storiche, quadri ambientati è una sorta di flusso letterario artistico di impatto. Julian Rosefeldt rende omaggio alla tradizione dei manifesti politici e artistici interrogandosi sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. La Blanchett è al servizio completo di questa performance che mette insieme Marx e i dadaisti, i situazionisti e il Dogma 95. E Cate, camaleontica, li interpreta: è una homeless, una broker, un’operaia, una super manager, una punk tatuata, una scienziata, un’oratrice funebre, una burattinaia, una coreografa, una reporter tv fino all’epilogo come insegnante.

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