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Call center, Qè: continua calvario per 600 famiglie

Di Redazione |

CATANIA – «La vertenza dei lavoratori dell’ex call center Qé cominciata trenta mesi fa, nell’aprile 2015, resta purtroppo un lungo calvario per 600 famiglie senza un futuro e senza dignità, che dal prossimo 6 dicembre perderanno anche ogni sostegno al reddito». Lo dichiara la parlamentare nazionale del Partito Democratico Luisa Albanella, esponente dell’area Sinistra PD, componente della Commissione Lavoro alla Camera, che ha presentato una risoluzione per impegnare il Governo nazionale ad «avviare un tavolo di concertazione, sia al livello locale che a livello nazionale, per permettere all’azienda Netith, interessata ad acquisire le commesse Qè, (call center) dichiarata fallita sei mesi fa, di garantire i volumi di lavoro, attraverso la ri – attribuzione della commessa Inps – Inail e il riconoscimento di forme temporanee di sostegno al reddito quali possono essere gli ammortizzatori sociali in deroga o gli ammortizzatori straordinari ai lavoratori licenziati nel settembre 2016 in modo di garantire la necessaria continuità di reddito ai lavoratori in attesa di una loro ricollocazione».

«Soltanto da pochi giorni la Nethit ha cominciato a contattare diversi ex dipendenti Qè – spiega la deputata democratica – al fine di selezionare un primo gruppo di lavoratori da coinvolgere nella fase di start up di nuove attività e che dispone al momento di più di 150 postazioni di lavoro». «La Netith – aggiunge Albanella – partirebbe solo con due commesse outbound: Vodafone e Fastweb. Resta comunque incertezza sulle prospettive occupazionali degli ex dipendenti Qè, giunti ormai alla fine degli ammortizzatori sociali. Delle commesse dell’ormai fallito Qè solo Enel avrebbe dichiarato la propria volontà di portare la commessa Enel-Energia presso la Netith, senza però alcun seguito concreto».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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