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Iran:’Djalali torturato per confessione’

Di Redazione |

NOVARA, 18 DIC – “Ma quale confessione! E’ stato torturato finché non ha dovuto dire quanto volevano i suoi carcerieri”. Il professore Francesco Della Corte, direttore del Credim, il Centro di ricerca interdipartimentale in medicina dei disastri dell’Università del Piemonte Orientale per cui ha lavorato Ahmadreza Djalali, commenta così la confessione del ricercatore iraniano che in televisione ha sostenuto di essere una spia, l’accusa per cui è stato arrestato e condannato a morte. “Non è bastato che venisse condannato a morte dal Tribunale della Rivoluzione di Teheran per reati mai commessi – prosegue Della Corte – ora hanno voluto che pubblicamente si accusasse, in modo da avere una scusa, di fronte all’opinione pubblica, per poterlo uccidere”.

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