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Attenzioni ai Gps per cani, sono a rischio cyber attacco

Di Redazione |

ROMA – Attenzione a gadget tecnologici che servono per tracciare l’esatta posizione del proprio cane e non a perderlo durante la passeggiata al parco. I Gps Tracker, come tutti i dispositivi connessi a internet, possono essere a rischio sicurezza informatica e finire nelle mire degli hacker. Secondo quanto analizzato dall’azienda russa Kaspersky Lab, alcuni di questi tracciatori hanno mostrato vulnerabilità che permettono di accedere alle informazioni sensibili non tanto del cane, quanto di quelle relative alle abitudini del padrone: orari delle passeggiate al parco, percorsi, soste. Tutti dati che possono far pianificare a un malintenzionato un furto in casa, un’aggressione o il rapimento del cane. Pratica molto diffusa quest’ultima in Italia, con 70 casi al giorno. Un “mercato” che nel nostro Paese ha cifre importanti: 25 mila migliori amici dell’uomo scomparsi e un giro d’affari per i riscatti che va dai 5 ai 7 milioni di euro. Meno di 20 mila sono stati ritrovati, il restante finisce nei mercati neri o, peggio ancora, nel giro dei combattimenti illegali.

Perché avviene questo? Le vulnerabilità scoperte all’interno dei Gps Tracker sono legate, intanto, alla connettività del dispositivo tramite bluetooth, che non chiede autenticazione. Un estraneo può quindi collegarsi al collare intelligente del cane e carpire informazioni quali nome e indirizzo del proprietario e le coordinate del percorso fatto. 

I Gps Tracker si connettono a internet per trasmettere di continuo la posizione del cane. Si tratta quasi sempre di connessioni senza protocolli protetti (https), e questo rende possibile intercettare la trasmissione senza dover operare una crittografia dei dati. Non solo: se l’hacker è esperto, collegandosi al dispositivo potrà installare al suo interno un eventuale firmware falso, che potrebbe permettere – ad esempio – il controllo a distanza delle informazioni, senza quindi doversi avvicinare al cane. Inoltre, fa notare l’azienda russa, la manomissione dei Gps Tracker non riguarda solo gli animali domestici.

Anche i dispositivi per localizzare animali selvatici, come tigri o lupi, possono essere attaccati, fornendo informazioni preziose ai criminali. Nel parco di Yellowstone, ricorda Kaspersky, i bracconieri sono stati in grado di usare dei ricevitori di segnale relativamente economici per raccogliere segnali Gps dai lupi provvisti di segnalatori.

«Le vulnerabilità in questi tracker e nelle app – commenta Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab – aprono certamente alla possibilità che i cybercriminali possano individuare con maggior precisione gli animali domestici, oppure inviare false coordinate al server, con lo scopo di farci perdere le tracce dei nostri piccoli amici. Inoltre le informazioni che questi dispositivi trasmettono possono essere usate per risalire ai dati del proprietario, come password o indirizzi email, che hanno un valore per i cybercriminali».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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