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Salute: Iss, bassa istruzione, stress e povertà danneggiano il cuore

Roma, 21 set. (AdnKronos Salute) – Basso livello di scolarità e disagio sociale peggiorano la salute del cuore, anche dopo la correzione dei fattori di rischio. Lo confermano i dati dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare Iss e Amco-Hcf, presentati alla V Conferenza di prevenzione cardiovascolare che si tiene oggi e domani all’Istituto superiore di sanità. Il Report […]

Di Redazione |

Roma, 21 set. (AdnKronos Salute) – Basso livello di scolarità e disagio sociale peggiorano la salute del cuore, anche dopo la correzione dei fattori di rischio. Lo confermano i dati dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare Iss e Amco-Hcf, presentati alla V Conferenza di prevenzione cardiovascolare che si tiene oggi e domani all’Istituto superiore di sanità. Il Report rileva, infatti, che anche in Italia queste differenze socio-economiche si ripercuotono sulla salute: gli ipertesi, i dislipidemici, gli obesi, i diabetici sono maggiormente concentrati fra le persone che presentano livello di scolarità più basso, così come certi stili di vita, quali l’inattività fisica e l’abitudine al fumo. Una tendenza iniziata 10 anni fa e che oggi si conferma in aumento.

“Questi dati ci confermano la necessità di costruire un’azione tempestiva in termini di prevenzione primaria a partire dall’educazione a corretti stili di vita sin dalla scuola primaria – dice Walter Ricciardi, presidente dell’Iss – se questa tendenza si stabilizza o si conferma è infatti a rischio la sostenibilità del Ssn”. L’ipertensione arteriosa, per esempio, è ancora un fattore di rischio preoccupante perché colpisce più del 50% degli uomini e quasi il 40% delle donne, con una certa differenza nei due livelli socio-economici, più elevata nelle donne (+8%), meno negli uomini (+4%). Strettamente legato ai valori pressori il consumo di sale nella alimentazione che risulta più elevato nelle classi sociali più basse: circa il 6% in più fra quanti hanno un livello di scolarità elementare rispetto al livello universitario e più elevato al Sud che al Nord.

L’ipercolesterolemia riguarda oggi circa il 30% della popolazione adulta (35-74 anni), sono di più le persone che si trovano nel livello socio-economico più disagiato: 38% degli uomini e 39% delle donne rispetto a coloro che hanno scolarità più elevata, che si attestano rispettivamente al 35% e al 36%. Inoltre, nelle donne con scolarità più bassa solo il 18% di quelle con dislipidemia è ben controllata con la terapia rispetto al 27% di coloro con scolarità più elevata. Stessa situazione anche per il diabete che è più frequente negli uomini con scolarità più bassa (14% contro il 10%). Nelle donne il fenomeno è ancora più evidente: 10% nelle donne con bassa scolarità e 5% (quindi la metà) in quelle con livello di istruzione più elevato; il 27% degli uomini con scolarità più bassa è obeso, mentre lo è il 22% con scolarità più elevata; nelle donne il 32% con scolarità più bassa è obesito rispetto al 18%.

“Come Fondazione Banca del cuore riteniamo fondamentale l’organizzazione di azioni specifiche per una corretta strategia di prevenzione delle malattie cardiovascolari per la cittadinanza e ciò si esplica anche con una efficace comunicazione capillare – ha sottolineato Michele Gulizia, presidente Fondazione per il tuo cuore – In particolare, quest’anno abbiamo privilegiato la sensibilizzazione dell’opinione pubblica con l’operazione ‘Truck Tour Banca del Cuore’, portando le nostre Cardiologie e i laboratori analisi direttamente a casa dei cittadini grazie a un jumbo truck attrezzato che abbiamo posizionato nelle piazze di 36 città d’Italia, svolgendo migliaia di screening cardiologici gratuiti”.

Analizzando i dati di diversi Paesi, infatti, è stato dimostrato che i fattori socio-economici e psicosociali influenzano il rischio di malattia cardiovascolare in modo indipendente e oltre a determinare un aumento del rischio di primo evento e peggiorare la prognosi, possono ostacolare l’aderenza alla terapia e vanificare gli sforzi per migliorare lo stile di vita e promuovere la salute e il benessere della popolazione e dei pazienti. Fra questi si possono elencare il livello socio-economico, l’isolamento sociale e la mancanza di supporto sociale, lo stress lavorativo e familiare, la depressione e l’ostilità.

“E’ dimostrato anche che questi fattori non si presentano singolarmente – spiega Simona Giampaoli, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Iss – ma tendono a riunirsi: abitudine al fumo, alimentazione inappropriata, inattività fisica si accompagnano spesso a depressione, povertà e basso livello di scolarità”. E’ frutto dell’attività del Dipartimento dell’Iss diretto da Giampaoli anche la nuova piattaforma CuoreData, presentata oggi durante l’incontro: è il sistema di interrogazione dati del Progetto cuore, dedicata agli operatori, che mette a disposizione le statistiche relative allo stato di salute della popolazione italiana adulta e che permette di effettuare interrogazioni personalizzate per periodo, territorio, sesso, fasce di età e titolo di studio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA