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Acqua, Papaleo (Acea): “Gestione smart delle reti per tutela risorsa idrica”
Roma, 27 mag. Qualità dell’acqua erogata e di quella depurata, adeguatezza del sistema fognario, smaltimento dei fanghi, perdite idriche e interruzioni di servizio: attraverso questi 6 macro-indicatori gli operatori del servizio idrico sono stati analizzati da Arera, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che per i risultati raggiunti e consolidati nel 2018 e 2019 ha attribuito premi e penalità ai gestori. Tra le società premiate quelle del Gruppo Acea. Come spiega all’Adnkronos Giovanni Papaleo, Chief Operating Officer di Acea: “Le società del Gruppo Acea che hanno avuto accesso alle premialità previste per il 2018-2019 sono la quasi totalità, in particolare abbiamo avuto un riconoscimento di 26 milioni di euro per le società totalmente consolidate all’interno del Gruppo. Questo è stato motivo di particolare orgoglio per il Gruppo Acea che è anche il primo operatore nazionale idrico”. Non solo: “La premialità che abbiamo ottenuto è anche la quota più rilevante riconosciuta ad un gestore idrico italiano e questo conferma la correttezza della strada che abbiamo intrapreso nel governo e nella gestione delle nostre reti”. Un riconoscimento ottenuto grazie a “due fattori fondamentali: il primo è la grande professionalità delle persone che lavorano nel nostro Gruppo, l’altro è il completamento della digitalizzazione delle nostre reti. Noi siamo partiti con una digitalizzazione spinta circa tre anni fa, ad oggi abbiano quasi completato questo processo che ha portato all’inserimento di molti sensori Iot sulle nostre reti: questo ci consente di avere una serie di dati a disposizione che hanno cambiato la gestione delle reti rendendo possibile un approccio Real Time”. A questo si aggiunge la creazione di “una nuova direzione ‘Tutela della risorsa idrica’ che si occupa di gestire tutte queste problematiche di efficientamento delle nostre prestazioni lungo il processo produttivo dell’acqua”. D’altronde una corretta gestione della risorsa idrica appare oggi ancor più necessaria alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici. “Il periodo 2018-2021 è stato caratterizzato da una forte siccità e anche nel 2022, in questi primi cinque mesi, abbiamo avuto una piovosità molto scarsa: nella direzione ‘Tutela della risorsa idrica’ vengono analizzate tutte le fonti che abbiamo a disposizione e le loro modalità di ricarica – continua Papaleo – La fonte principale di Roma, per esempio, è l’acquedotto del Peschiera che ha un ciclo di ricarica che va da sei a nove mesi. Quindi noi siamo in grado di avere delle proiezioni rispetto alla disponibilità idrica che traguardano i 2-3 anni e di metterci in sicurezza rispetto a eventi che non governiamo come la pioggia, oltre a garantire un’adeguata riserva di acqua per sopperire ai bisogni di una città come Roma”. Quindi “da una parte un’analisi delle dinamiche di ricarica delle fonti idriche e dall’altra una gestione molto più attenta delle nostre reti che ha portato ad una riduzione delle perdite e ad una gestione molto più efficiente. Ci siamo dotati anche di uno strumento che abbiamo brevettato in Acea, il Water Management System, attraverso il quale raccogliamo i dati dei sensori posizionati sulla nostra rete e riusciamo ad intercettare una serie di fenomeni che ci consentono di ridurre le perdite, di manovrare a pressioni diverse la gestione della rete e di alimentare in diversi modi quartieri differenti delle nostre città. Grazie a questo nuovo sistema che abbiamo messo a disposizione delle nostre società nell’ultimo biennio stiamo facendo grossi passi avanti nella tutela della risorsa idrica”.