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QS World University Rankings 2023

Di Redazione |

– L’Italia nella classifica delle migliori università del mondo

LONDRA, 8 giugno 2022/PRNewswire/ — QS Quacquarelli Symonds, analisti globali della formazione universitaria, pubblicano oggi la diciannovesima edizione della classifica delle università internazionali più consultata al mondo. L’edizione 2023 del QS World University Rankings vede il 40% delle università italiane posizionarsi tra le prime 300 per la ricerca, più di qualsiasi altro Paese in Europa, evidenziando un solido ambiente scientifico.

*L’elenco completo delle università italiane classificate è disponibile nella sezione “Note per i redattori” in fondo a questo comunicato.

Sintesi Italia: Classifica mondiale delle università QS 2023

·  Calo complessivo: più discese che salite in classifica

·  Alta collaborazione internazionale in termini di ricerca prodotta

·  Eccezionale quantità di ricerca prodotta per affrontare la pandemia Covid-19

·  Considerata con grande stima dal mondo accademico internazionale

·  Difficoltà nel competere a livello internazionale nell’indicatore che misura il rapporto docenti/studenti delle classi universitarie

L’Italia scende nella classifica di quest’anno. Dei 41 istituti universitari classificati, sei migliorano e 21 peggiorano, mentre 14 rimangono stabili. Il punteggio viene calcolato sommando la performance di ogni ateneo in sei indicatori. La tabella di seguito mostra quante università migliorano, peggiorano o sono stabili in ogni indicatore, rispetto alla scorsa edizione della classifica.

ITALIA: PUNTI SALIENTI

·  Il Politecnico di Milanosi conferma per l’ottavo anno consecutivo l’università più quotata d’Italia. Sale di tre posizioni al 139° posto e gode di alta considerazione tra i datori di lavoro, occupando l’80° posto al mondo in questo indicatore, il miglior risultato italiano. Il Politecnico di Torino, è la seconda università italiana più apprezzata dai 99.000 datori di lavoro internazionali che hanno partecipato al sondaggio di QS,e si posiziona al 196° posto in questo criterio. Sei università italiane si classificano tra le Top-500 al mondo per la considerazione e la fiducia che hanno ottenuto dai datori di lavoro internazionali, grazie alla qualità e occupabilità dei propri studenti.

·  QS ha introdotto un nuovo criterio, senza punteggio per quest’anno, che misura specificamente l’occupabilità dei laureati. In questa classifica pilota, sono solo tre le università italiane tra le top-500. È probabile che il numero salga da prossimo anno, quando la completezza dei dati raccolti— che richiede un’attiva partecipazione delle università— migliorerà.

·  L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna è la seconda università italiana nella classifica mondiale.  Secondo il QS Academic Reputation Survey, che si basa sull’opinione di 151.000 accademici, docenti e ricercatori internazionali, l’Università di Bologna gode della massima reputazione tra tutti gli atenei italiani. L’Italia ottiene i risultati migliori in questo indicatore di reputazione con tre università che si posizionano nella top-100 mondiale e altre due tra le top-150.

·  L’Italia arranca in termini di capacità didattica, a causa di classi universitarie mediamente affollate, con una sola università che si posiziona tra le prime 300 al mondo. Tuttavia, l’Università Vita-Salute San Raffaele, che si colloca al 436th posto assoluto, registra un risultato eccellente in questo criterio, posizionandosi al 30th posto nel mondo per il rapporto Docenti per Studenti.

·  Le università italiane sono eterogenee in termini di impatto della ricerca prodotta. Pur non avendo un istituto di ricerca di livello mondiale nei piani alti della classifica di quest’anno, il Paese ospita ben 26 università tra le prime 400 al mondo – il 63% del totale delle istituzioni classificate.  Il grafico elenca le top-300.

·  L’Italia è il settimo Paese al mondo per produzione di ricerca. Tuttavia, si colloca al sesto posto per numero di citazioni, dimostrando che l’Italia genera ricerche di grande impatto. L’Italia vanta anche un alto grado di collaborazione globale: il 46% della sua produzione di ricerca è prodotta con collaboratori transfrontalieri, più del doppio della media mondiale. Questa propensione a fare rete è evidente nel nuovo indicatore introdotto quest’anno da QS, che misura la quantità e qualità delle collaborazioni internazionali, con ben otto atenei italiani tra i primi 200. La Sapienza è tra le prime università al mondo in questa nuova metrica, che per quest’anno non influisce sul punteggio totale. Altre due italiane eccellono e si posizionano tra le top-100: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e l’Università di Padova.

·  Questo successo si riflette anche nell’influente lavoro di ricerca condotto dall’ Italia sulla Covid-19, di cui è il terzo produttore al mondo dopo Cina e Stati Uniti e che costituisce l’11% della sua produzione accademica totale.

·  Il Politecnico di Bari è la migliore università in Italia per il numero di citazioni per ricercatore. Questa posizione è sostenuta da una produzione di ricerca altamente collaborativa – circa il 48% dei suoi lavori pubblicati sono prodotti insieme a partner internazionali – una tendenza che è particolarmente prevalente nel suo lavoro del 2017 sulle stelle di neutroni, che è la sua ricerca più citata negli ultimi cinque anni.

·  L’Italia fatica a competere a livello globale per la proporzione di studenti e docenti internazionali. Solo quattro università si classificano tra le top-500 per questi due indicatori.

·  L’Università di Milano-Bicocca si classifica tra le prime 250 al mondo per la qualità della ricerca prodotta. Da questa edizione, l’ateneo fornisce direttamente a QS tutti i dati necessari per l’analisi accurata della performance. La discesa in classifica quest’anno non è attribuibile a un deterioramento ma alla sostituzione di alcuni dati in precedenza sovrastimati da QS, con dati verificati e condivisi dall’Università stessa.

Ben Sowter, vicepresidente di QS, ha dichiarato: “L’Italia ha molte aree di eccellenza che vanno valorizzate. Il Paese ha dimostrato un’eccellente resilienza durante la pandemia e il suo contributo in termini di ricerca è molto significativo. Ci sono aspetti che misuriamo nella nostra classifica in cui l’Italia non è competitiva, ma la performance generale, specialmente dopo due anni che hanno duramente provato la formazione universitaria a livello globale, è allineata con la media Europea, ad eccezione di Francia e Portogallo, che quest’anno hanno visto migliorare sensibilmente i propri risultati.”

Panoramica: QS World University Rankings 2023 Il QS World University Rankings di quest’anno è il più grande di sempre, con 1418 istituzioni in cento località, in aumento rispetto alle 1300 dello scorso anno. I risultati tengono conto della distribuzione e delle prestazioni di 16,4 milioni di articoli accademici pubblicati tra il 2016 e il 2020 e dei 117,8 milioni di citazioni ricevute da tali articoli; tengono inoltre conto delle opinioni degli esperti di oltre 151.000 docenti accademici e di oltre 99.000 datori di lavoro.

·  Il Massachusetts Institute of Technology raggiunge il record dell’undicesimo anno consecutivo come numero uno al mondo.

·  L’Università di Cambridge è salita al secondo posto, mentre l’Università di Stanford rimane in terza posizione.

·  La Cina (continentale) vanta ora due università tra le prime 15 al mondo, grazie all’Università di Pechino (12^) e all’Università Tsinghua (14^ ), che hanno raggiunto la posizione più alta dall’inizio della classifica.

·   L’Università Nazionale di Singapore è l’università asiatica con i migliori risultati, occupando l’undicesima posizione per il quinto anno consecutivo.

·  Il Politecnico di Zurigo EHT (9°) rimane la prima università dell’Europa continentale, mentre l’Universidad de Buenos Aires (UBA) (67^) continua a essere leader in America Latina.

Metodologia

QS utilizza sei indicatori per stilare la classifica. La reputazione accademica e dei datori di lavoro si basa sulle risposte di oltre 150.000 accademici e 99.000 datori di lavoro. Le citazioni per ricercatore misurano l’impatto della ricerca, mentre il rapporto facoltà/studenti è utilizzato come indicatore della capacità di insegnamento. L’International Faculty ratio e l’International Students ratio sono utilizzati per registrare l’internazionalizzazione di un’università.  Quest’anno QS ha aggiunto anche due nuovi obiettivi di performance non ponderati. Employment Outcomes valuta l’occupabilità degli studenti, mentre International Research Network analizza la collaborazione internazionale nella ricerca e il trasferimento di conoscenze.

Nota per i redattori

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