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Agrigento, la carica delle “104 facili” : i beneficiari non sono solo nel mondo della scuola

Di Gioacchino Schicchi |

Invalidi e tutelati dalla legge 104 nelle pubbliche amministrazioni: oltre alle scuole c’è di più.

Sì perché se finora l’attenzione, in termini di indagini e di pressione mediatica si è concentrata sul mondo della scuola, che fa registrare i numeri assoluti più alti del fenomeno, i pochi dati esistenti indicano che, comunque, i Centoquattristi siano ben distribuiti nei vari gangli delle pubbliche amministrazioni. Partiamo da una breve nota metodologica: ad oggi di libera consultazione sono i monitoraggi che il Ministero della Funzione pubblica rende noti in merito ai permessi fruiti dai soggetti beneficiari della Legge 104, i quali hanno appunto diritto a specifiche esenzioni dall’orario di lavoro. Una prova indiretta, in sostanza.

L’ultimo dato di aggiornamento esistente è il 2011. Migliaia e migliaia di voci tra comuni, enti regionali e corpi d’arma. Tutti che possono contare, ovviamente, su una delegazione più o meno corposa di persone che usufruiscono della norma. Nel mondo della scuola, stando ai dati 2015, a fronte di 6.748 insegnanti si contano poco più di mille e cento 104. Nell’Azienda sanitaria provinciale (da ora in poi leggasi dati 2011), invece, a fronte di una dotazione organica che oggi è di circa 3mila dipendenti si sono registrati 221 dipendenti che hanno chiesto permessi per Legge 104, dei quali solo 15 a titolo personale. E se la Questura contava 19 “centoquattristi”, il Tribunale di Agrigento ne conta 20, e quello di Sciacca 13. La casa circondariale di Petrusa, invece, aveva 45 beneficiari di 104 (a Sciacca il numero scende a 11), mentre alla Camera di commercio di Agrigento i beneficiari erano 6.

Passiamo agli enti locali, partendo dalla ex Provincia regionale, che aveva 96 “centoquattristi”. Segue per numero assoluto e incidenza, il Comune di Favara: qui le 104 di cui si beneficiavano i lavoratori erano 40 a fronte di meno di circa 400 dipendenti. Uno ogni dieci, quasi. C’è poi il Comune di Licata (35), quello di Canicattì (34) e quello di Sciacca (33) e Porto Empedocle (26). E poi quasi tutti gli altri enti locali. Cosa dicono questi dati, per quanto solo parziali? Nulla, ovviamente, sul fronte degli abusi. Rafforzano però una questione che proprio le associazioni dei docenti adesso rivendicano: che l’obiettivo si sposti, anche, su altri uffici pubblici.

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