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Immobili nobiliari, in provincia di Agrigento gli eredi li mettono in vendita

Di Gaetano Ravanà |

Diverse famiglie nobiliari della provincia agrigentina che hanno ancora dei possedimenti non più abitati hanno deciso di vendere, si tratta, in prevalenza di feudi e casali. Ormai, sono decine e decine gli immobili che sono in vendita e, in alcuni casi, si tratta di realizzare dei veri affari.«Sono famiglie che intendono proprio sbarazzarsi di questi immobili – dicono Carmelo e Antonino Cuschera di Vero affare – perché, purtroppo, seppur chiuse questi possedimenti hanno dei costi esorbitanti. Pertanto, passa la filosofia del meglio perderci che straperderci. Le offerte, giorno dopo giorno, continuano sempre più a fioccare, anche se vendere è difficile. Premesso che luglio ed agosto per il mercato immobiliare sono due mesi di fermo, non è che negli altri mesi dell’anno la situazione è più fiorente. Dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo registrato, in provincia un 3% di vendite in più, ma al contempo, bisogna registrare che i prezzi sono crollati di un altro 13%. Se si vuole vendere bisogna diminuire le pretese, chi abbassa il prezzo per prima vince».Nella classifica nazionale dei prezzi del mattone, nei primi 100 posti, ben 21 sono i comuni siciliani.«Nei primi 30 ci sono diversi comuni agrigentini, quali Comitini, Villafranca, Montevago, Camastra e Castrofilippo – continuano Antonino e Carmelo Cuschera – dove si va da un minimo di 157 euro al mq ad un massimo di 187».Nel capoluogo, i prezzi sono diminuiti ovunque, tiene ancora San Leone, ma se ci spostiamo al Viale della Vittoria o in via Atenea, i prezzi sono scesi dell’oltre il 10%.«In provincia – concludono i fratelli Cuschera – segnaliamo Favara come mercato, tutto sommato vivo, con prezzi convenienti in diverse zone, mentre in viale Aldo Moro, vicino ad Agrigento, al metro quadro le case si vendono a 1000-1200 euro al metro quadrato».Per la agenzie immobiliari agrigentine questo 2019 si sta rilevando un salasso che non potrà protrarsi ancora a lungo, viste anche le tasse sempre molto onerose. Occorre una svolta, ma occorre soprattutto che gli istituti di credito riaprano, nuovamente, i rubinetti.

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