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L’incubo di Simona: «Il mio stalker è tornato libero. Devo aspettare che mi uccida?»

Una quarantenne agrigentina da otto anni è vittima di una vicenda di persecuzione che ha deciso di raccontare. L’uomo, già messo in carcere, è stato dichiarato incapace di intendere e di volere. Ed è tornato a perseguitarla

Di Redazione |

«Lui è stato dichiarato incapace di intendere e volere. Tranne se mi uccidesse, ovviamente. Lì ci sarebbe un reato diverso e quindi sarebbe processabile. Ma quello casomai lo leggereste non sul mio profilo perché in quel caso temo che non potrei aggiornarvi di persona. Spero mi scuserete».Lei è Simona Vella, 40 anni, agrigentina, operatrice della Caritas diocesana di Agrigento che ha deciso di raccontare l’incubo che vive da otto anni e che ora si è rimaterializzato fin sotto casa sua casa.

Chi è lo stalker

Il suo stalker – un 27enne nisseno che frequentava proprio la mensa della solidarietà dove lei svolgeva la sua attività – è infatti tornato libero. Non ha mai smesso di perseguitarla, tranne che nei tre anni in cui è stato in carcere. In cella proprio per stalking perché con tutta evidenza i giudici lo hanno ritenuto molto pericoloso. Prima l’ammonimento, poi il divieto di dimora ad Agrigento. Ma nulla lo ha fermato, se non appunto il carcere. E il punto è proprio questo. Tornato libero – perché il Tribunale lo ha prosciolto per una asserita incapacità di intendere e di volere – lo stalker ha ripreso a fare esattamente quello che faceva prima: rendere impossibile la vita alla donna. L’uomo è difeso dall’avvocato Monica Malogioglio.

I “furti” sui social

«Io ho soltanto un profilo su Fb ed è questo – ha raccontato Simona sui social -. La stessa cosa vale per Instagram. Se, quindi, dovessero arrivarvi richieste di amicizia da account con il mio nome e la mia foto non accettatela, non sono io. Ma tranquilli, non è un hacker e nessuno, quindi, vi ruberà nulla. È soltanto il mio stalker, che dopo 8 anni di violenze psicologiche e morali, 8 di danni alle cose mie e dei miei cari, 7 di udienze e processi, 3 di carcere preventivo per pericolosità sociale, innumerevoli provvedimenti restrittivi e tante, ma davvero così tante vicende sconcertanti, è stato assolto per incapacità di intendere e di volere e quindi è libero. Libero di dedicarsi a questa nuova attività, anche. Quella di rubare le mie foto, aprire profili falsi e chiedere il contatto alle persone vicine a me. In questo momento, ad esempio, ha come foto del profilo whatsapp la mia faccia… Ed è libero. Libero di continuare anche – naturalmente – di tempestarmi di chiamate, messaggi e minacce. E infatti lo sta facendo anche adesso, mentre scrivo a voi, per esempio. E’ libero e senza alcuna restrizione, ci tengo a dirlo. E questo perché il tribunale della libertà ha cancellato anche gli ultimi provvedimenti emanati a seguito delle minacce fatte dopo essere stato lasciato libero».

Lo stalker recidivo

L’incredulità. L’incredulità è più forte (quasi) della paura: «Può essere mai – si è chiesto Simona – che uno la cui pericolosità è stata riconosciuta tale tanto da tenerlo 3 anni in carcere in via cautelare, appena esce continua a fare le stesse cose, la vittima continua a denunciare, vengono emanati dei provvedimenti restrittivi perché è incredibile che dopo tutti questi anni una persona dimostri di non mollare un attimo, e un tribunale li cancelli? Sì, è possibile».«Quando lo hanno scarcerato e cioè due settimane fa – ha raccontato ancora Simona – e un ente pubblico preposto alla salute mentale lo ha inviato (per mancanza di posti, si intende), in una comunità per minori e anziani piuttosto che in una struttura adeguata. Perdendoselo peraltro. Perché poi – invece – lo sapevano in psichiatria, benché nessuno sapesse chi glielo avesse portato. E infatti non glielo aveva portato nessuno. Non c’era. Quindi sarà ancora in comunità, direte. E no, in comunità non c’era perché la direttrice non si era letta nemmeno la sentenza di scarcerazione e quindi, non sapendo che aveva una restrizione, quando ha iniziato a spaccare tutto lo aveva serenamente lasciato andare. Era scritto al quarto rigo dell’unica pagina che aveva da leggere, mica poteva perdere tutto quel tempo. E allora dov’era? In giro, davanti al nostro locale anche. Ma del resto, se nessuno lo cercava perché no?».L’amarezza. L’amarezza più forte della paura. «Non fidatevi nemmeno delle frasi fatte, dei “forza, denunciate”, delle associazioni private e dei servizi pubblici. E mi chiedo quanti si aggiungeranno a quelli che hanno detto: “Sì, vabbè, ma chissà lei che ha fatto”… Vi tolgo una curiosità: non ho fatto niente, solo il mio lavoro».

La Procura corre ai ripari

La Procura di Agrigento ha spiegato di avere già chiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Agrigento una misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con divieto di comunicare con la stessa e con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti dello stalker di Simona. La misura è stata eseguita dai poliziotti.

Il ritorno in carcere

Lo stalker, che proprio ieri sera ha danneggiato alcune suppellettili del locale della sua vittima e l’auto della donna, è stato di nuovo arrestato dalla polizia dopo che il gip ha accolto la richiesta di aggravamento della misura cautelare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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