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Catania, parla Cosentino «Prima i risultati, poi i tifosi»

Catania, parla Cosentino «Prima i risultati, poi i tifosi»

Nella prima conferenza stampa della nuova stagione l’amministratore delegato ha spiegato le strategie della società per riconquistare il pubblico e la Serie A

Di Andrea Lodato |

Pablo Cosentino non firma assegni a vuoto e non chiede cambiali in bianco. Il concetto è chiaro. Del resto parla di mentalità, di motivazioni straordinarie, di personalità che sono più importanti dei talenti stessi, di volontà che viene prima di tutto. Partendo da qui, per arrivare lontano. Pablo Cosentino sa che tutto quel che il Catania avrà quest’anno in termini di sostegno dovrà conquistarselo sul campo. «Proprio sul campo – spiega – perché noi non stiamo qui a dire quanti abbonamenti ci aspettiamo dai tifosi, quale sarebbe la nostra quota ideale. Noi sappiamo che l’anno scorso i tifosi ci sono rimasti malissimo, ora siamo noi che dobbiamo dare risposte ai tifosi, non loro a noi. E noi stiamo provando a farlo, intanto allestendo una squadra forte e competitiva, poi dovremo farlo con i risultati. I tifosi verranno se saremo il Catania che loro si aspettano. E, per inciso, quello che noi vogliamo». Più chiaro di così. Niente appelli disperati e disperanti, niente cappello in mano per chiedere la grazia di un abbonamento. C’è la consapevolezza del fatto, del misfatto e soprattutto del da fare. Niente cambiali in bianco. E gli assegni a vuoto? Utilizziamo anche qui un’immagine che sta nell’immaginario collettivo per riportare quel che Pablo Cosentino dice quando gli si chiede se tornerà Rinaudo o se si possono spendere altri soldi per ingaggi importanti: «Questa società ha un budget, e dobbiamo rispettarlo. Rinaudo mi chiama tutti i giorni, vuol tornare a Catania e a noi farebbe comodo e piacere. Ma oggi lo Sporting Lisbona vuole 5 milioni, per noi sono troppi. E anche certi ingaggi in questa fase di mercato li stiamo valutando con la massima attenzione. Calaiò è stato preso perché è per noi un elemento fondamentale per la squadra che stiamo affidando a Pellegrino, ma anche al giocatore è stato chiesto un sacrificio, tanto che guadagnerà qua meno di quanto prendeva l’anno scorso. Dobbiamo e vogliamo rispettare certi parametri, niente follie, solo acquisti mirati». Potresti pensare ad un Catania in piena spending review, regime di risparmio forzato e di tentazione di far cassa. Nulla di più sbagliato, perché in questo caso si sarebbe proceduto ad una vendita di altri pezzi più o meno pregiati. Invece no. Prendi i casi Peruzzi o Leto, checchè se ne dica. «Peruzzi per noi è stata una scommessa un anno fa, perché era in condizioni fisiche precarie. Ci abbiamo creduto, ha recuperato anche se non ancora in pieno ed ha fatto alcune ottime partite. Che non hanno però portato la sua attuale valutazione a quanto noi riteniamo sia congruo. Per questo, nonostante le richieste, Peruzzi a queste condizioni resta a Catania. Stesso discorso per Leto, per cui ci sono tante richieste. Ma il ragazzo l’anno scorso ha reso meno di quanto sia nel suo effettivo potenziale, perché anche lui doveva superare il nodo dell’infortunio. Resta con noi, perché siamo sicuri che darà molto di più quest’anno». Insomma, non si vende a poco giusto per scaricare ingaggi e riempire cassa. Del resto Cosentino parla di motivazioni, personalità dei giocatori, carattere e voglia di combattere. «Noi vogliamo vincere il campionato. E, per questo, con noi vogliamo solo gente che sia convinta di poterlo fare. Chi non ci sta, chi non ci crede, chi non se la sente se ne può andare. Barrientos, per esempio, riteneva chiusa la sua parentesi a Catania. E’ stato accontentato. L’anno scorso tra gli errori commessi c’è stato quello di avere trattenuto qualcuno che aveva già fatto capire che voleva cambiare aria. Quest’anno non si replica». IL SERVIZIO COMPLETO NELL’EDIZIONE IN EDICOLA.

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