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Coppia gay si separa: anche madre non biologica potrà vedere i figli

Coppia gay si separa: anche madre non biologica potrà vedere i figli

Importante decisione per i figli di coppie omosessuali: riconosciuto il diritto di mantenere con l’ex convivente della madre un rapporto «stabile e significativo». La soddisfazione di Sel

Di Redazione |

PALERMO – Sentenza storica per i figli delle coppie gay. È stata emessa dalla Prima sezione civile del Tribunale di Palermo, che ha riconosciuto ad una donna omosessuale di potere vedere i figli, secondo un calendario di incontri stabilito, anche dopo la separazione dalla compagna. Nella fattispecie si tratta di due gemelli a cui è stato riconosciuto il diritto di mantenere con la donna un rapporto “stabile e significativo”. Il collegio giudicante ha accertato, infatti, anche attraverso l’aiuto di psicologi, il legame familiare dei fratelli gemelli anche con l’ex convivente della madre biologica, accogliendo la richiesta del difensore, l’avvocato Arianna Ferrito dello studio Galasso di Palermo.   «Una sentenza storica, quella emessa dal Tribunale di Palermo sul riconoscimento, in una coppia omosessuale, del diritto della ex compagna della madre biologica di incontrare e tenere con sé i figli. Si tratta di una decisione importantissima per la vita di tante coppie gay e lesbiche e per il benessere di tanti minori cresciuti da quelle stesse coppie, ai quali viene finalmente riconosciuto il fondamentale diritto di mantenere un rapporto stabile e significativo anche con il genitore non biologico». Lo affermano Ileana Piazzoni ed Alessandro Zan di Sel.   «Una famiglia, sia essa formata da due genitori dello stesso sesso o di sesso diverso – rilevano – deve poter godere appieno del diritto di crescere i propri figli e vederne la felicità, anche laddove la coppia si rompe. È un principio di civiltà basilare, che va accolto con soddisfazione e mette in luce ancora una volta il bisogno di una legge sulle unioni civili in grado di normalizzare il Paese riconoscendo pari diritti e dignità a tutte le famiglie. Questa sentenza mostra, infine, come l’istituto della step-child adoption, attualmente previsto nel testo del disegno di legge sulle unioni civili in esame al Senato, sia adeguato a colmare questa lacuna del nostro ordinamento; lacuna che continua, fisiologicamente, a essere riparata caso per caso con l’intervento dell’autorità giudiziaria. Dobbiamo uscire dalla condizione in cui la magistratura deve continuamente sopperire alle mancanze dello Stato, per arrivare al pieno riconoscimento delle unioni civili, compresi i diritti genitoriali, in un percorso di avanzamento culturale che la politica non può e non deve, per l’ennesima volta, perdere di vista», concludono Zan e Piazzoni.

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