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Il nostro giornalein lutto: è mortoil fotoreporterGianni D’Agata

Il nostro giornale in lutto: è morto il fotoreporter Gianni D’Agata

Con i suoi scatti ha raccontato per anni le cronache della città

Di Redazione |

CATANIA – Si è spento all’età di 68 anni dopo una lunga malattia Gianni D’Agata, storico fororeporter della Sicilia che per anni ha raccontato con i suoi click le cronache della città. Al suo obiettivo non sfuggiva nulla. Dalla cronaca nera allo sport, dalla cronaca bianca ai grandi eventi, D’Agata – che apparteneva alla vecchia scuola di fotoreporter catanesi di cui ricordiamo Tano Zuccaro e Turi Ragonese – è sempre stato in prima linea arrivando sul posto prima di ogni altro e fornendo al giornale ampi e dettagliati resoconti fotografici dei più importanti fatti catanesi degli ultimi 40 anni. Amava il suo lavoro come pochi e ha trasmesso la sua passione al figlio Massimo: a lui e a tutta la sua famiglia le condoglianze della redazione e di tutta La Sicilia. I funerali saranno celebrati domani martedì alle ore 16 nella parrocchia Sacra Famiglia in viale Mario Rapisardi.   «Generoso e innamorato del proprio lavoro come pochi, Gianni D’Agata aveva il cuore a forma di macchina fotografica che, dopo la famiglia, era la sua ragione di vita». Così l’Assostampa etnea ricorda il fotoreporter. «Ha raccontato la storia di Catania – aggiunge il segretario Daniele Lo Porto – per oltre cinquanta anni. La storia dei grandi eventi e della quotidianità: dal Papa e dal presidente della Repubblica alla vittima dello scippo. Con il sole e sotto il nubifragio, all’alba e a notte fonda, come si usava lavorare una volta ai tempi di un giornalismo artigianale, non ipertecnologico, delle foto in bianco e nero e dei valori sinceri, di amicizie nate sul lavoro, ma che continuavano ben oltre. Con la scomparsa di un fotoreporter e di un uomo come Gianni D’Agata – osserva il segretario di Assostampa Catania – il giornalismo catanese perde un’altra tessera di quel mosaico che racchiude un’epoca irripetibile e sempre più lontana».

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