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MAFIA - LA SENTENZA

Inchiesta Agorà, condannati i capi di Cosa nostra della Sicilia Orientale: tutti i nomi

L'indagine del Ros disarticolò la cabina di regia dei Santapaola-Ercolano. Condannato anche La Rocca jr.

Di Laura Distefano |

Stangata contro la famiglia di Cosa nostra catanese e calatina. Arriva la sentenza del gup della maxi inchiesta Agorà, che nell’estate del 2022 demolì l’organigramma del clan Santapaola-Ercolano, dei La Rocca di Caltagirone e dei Nardo di Lentini. Il Ros – coordinati dai pm Raffaella Vinciguerra e Marco Bisogni (che non partecipato al processo perché nel frattempo si è insediato al Csm) e dal procuratore aggiunto Francesco Puleio – ha documentato gli affari mafiosi ma anche la capacità della consorteria mafiosa grazie alla complicità di colletti bianchi e imprenditori di infiltrarsi nelle stanze della politica e degli appalti. Condannato a 11 anni Gianfranco La Rocca, il figlio del defunto padrino Ciccio.

Non c’era un vero e proprio capo, ma una regia collegiale a dirigere le fila di Cosa nostra nella sfera orientale dell’Isola. I summit avvenivano tra i rottami dell’officina di Turi Rinaldi, detto Turi Millimachini, a Zia Lisa a Catania. Per i pm Rinaldi gestiva assieme a Carmelo Renna e Michele Schillaci. La gup Dorotea Catena ha inflitto 20 anni a Rinaldi (difeso dall’avvocato Maria Lucia D’Anna) e 8 anni a Renna (difeso dall’avvocato Maria Caterina Caltabiano). Schillaci, difeso dall’avvocato Salvo Pace, ha patteggiato a 2 anni in continuazione con un’altra sentenza. Smantellate diverse squadre operative della città: alla stazione il capo è considerato Benito Alberto Privitera, condannato a 10 anni (difeso dall’avvocato Francesco Maria Marchese). Condannato a 11 anni Gianfranco La Rocca, il figlio del defunto padrino Ciccio, nella veste di boss di Caltagirone. Per i Nardo, inflitti 16 anni a Gesualdo Briganti.

Ecco tutte le condanne inflitte dalla gup: Calogero Aquilino 8 anni 10 mesi e 20 giorni, Sebastiano Basso 8 anni, Antonino Sebastiano Battaglia 2 anni e 8 mesi (pena complessiva 11 anni e 2 mesi con altre sentenze), Tiziana Bellistri 8 anni, 10 mesi e 20 giorni, Antonino Briganti 8 anni e 8 mesi, Gesualdo Briganti 16 anni, Salvatore Briganti 8 anni, Rosario Ciaffaglione 8 anni, Francesco Compagnino 14 anni, 7 mesi e 10 giorni, Donatello Cormaci 8 anni, Filippo Crisafulli 4 anni e 18.000 euro di multa, Vito Cutrera 2 anni e 6 mesi e 900 euro di multa, Alessandro Depetro 2 anni e 8 mesi e 8.000 euro di multa, Sebastiano Desi 11 anni, 1 mese e 10 anni di reclusione, Giuseppe Benedetto Distefano 8 anni, Carmelo Fallara 8 anni, Alessandro Fatuzzo 8 anni, Salvatore Fazio 10 anni e 8 mesi, Luigi Ferrini 10 anni e 8 mesi, Giuseppe Furnò 11 anni, 1 mese e 10 giorni, Salvatore Giarrusso 12 anni e 4 mesi, Carmelo Gualtieri 2 anni e 8 mesi e 8mila euro, Antonino Guercio 19 anni e 4 mesi, Gianluca Italia 6 anni, Gioacchino Francesco (“Gianfranco”) La Rocca 11 anni e 8 mesi, Giuseppe Midore 8 anni, Nicholas Midore 10 anni e 8 mesi, Sebastiano Midore 8 anni, Pasquale Oliva 8 anni, Orazio Papale 14 anni, 10 mesi e 10 giorni, Maurizio Pinzone Vecchio 8 anni, Benito Previtera 10 anni, Salvatore Rannesi 9 anni e 8 mesi, Carmelo Renna 8 anni, Salvatore Rinaldi 20 anni, Gaetano Riolo 8 anni, Gabriele Santapaola 10 anni, Vincenzo Sapia 3 anni (a titolo di aumento con altre sentenze), Giuseppe Scuderi 4 anni 5 mesi e 10 giorni e 800 euro di multa, Lorenzo Sgroi 10 anni, Barbaro Stimoli 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione e 800 euro di multa, Matteo Vasta 8 anni, Santo Venuti 3 anni e 4.000 euro, Rosario Zagame 11 anni, 4 mesi e 34.000 euro di multa.

Condannati i collaboratori di giustizia Filippo Scordino (3 anni e 8 mesi e 12.400 euro di multa) e Vincenzo Castelli (3 anni e 4 mesi). Assoluzioni parziali per La Rocca e Bellistri, quest’ultima difesa da Maria Lucia D’anna.

Assoluzione totale invece per Domenico Querulo, che ultimamente è stato coinvolto nel blitz Locu contro i Cappello-Bonaccorsi, difeso dagli avvocati Maurizio Abbascià e Lina Biancoviso. Assolti anche Mario Brullo, Salvatore Orefice (di cui ha disposto anche la restituzione dell’impresa), Edigio Russo, Gabriele Garasi e Vincenzo Comparato, quest’ultimo difeso dall’avvocato Ornella Valenti.

Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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