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Il viaggio di Ghali: dai quartieri tunisini della rivoluzione araba alla periferia di Milano. Con la musica nel cuore

Di Giorgia Lodato |

Se gli chiedete se si senta un simbolo straordinario di integrazione, dice solo di sentirsi fortunato, perché l’impegno e il lavoro di questi anni lo hanno portato finalmente, a soli 25 anni e con un unico album alle spalle (pubblicato con la sua etichetta discografica indipendente, la Sto Records), al primo tour nei palazzetti. «Penso che la mia esperienza possa essere un esempio per i giovani che si sentono in difficoltà e che pensano di non farcela. Io sono un italiano figlio di immigrati con una famiglia che viene dai quartieri dove c’è stata la scintilla della rivoluzione araba, che vive nella periferia di Milano e che è riuscito e riesce ad arrivare alle persone e ai loro cuori con la sua musica. Non è una cosa che si sente spesso».

Tre anni fa si è esibito per la prima volta a Catania, al Lido Jolly, davanti a un pubblico di 600 persone. Oggi riempie i palazzetti di tutta Italia, vanta una collezione di dischi di platino e d’oro, record musicali mai visti prima, numeri inimmaginabili. Basti pensare alle oltre centomila visualizzazioni di “Cara Italia” su YouTube o il record di ascolti di “Ninna Nanna”, che ha venduto oltre 150.000 copie. È davvero il «tunisino nuova icona» – come lui stesso si definisce in uno dei suoi successi – attesissimo con il tour “Dai palazzi ai palazzetti” anche al Pal’Art di Acireale, dove arriverà sabato 10 novembre alle 21.

Ma come è esploso il fenomeno Ghali? E come si fa a non farsi abbagliare da tanto successo? «Questo è lo spettacolo che sognavo da tempo e sono felice di poter finalmente portare tutto il mio mondo e il mio immaginario dal vivo», spiega il cantante, nato a Milano 25 anni fa da madre tunisina e cresciuto in periferia, a Baggio.

«In passato ho fatto tour e concerti in posti non sempre adeguati ai più piccoli e il fatto di poter suonare nei palazzetti rende lo show più accessibile a tutti. Ho capito che non bisogna farsi abbagliare da un certo tipo di stile di vita – continua – e che bisogna mantenere il focus sulla musica. Gli artisti che hanno un successo duraturo hanno lavorato sulla materia prima, la musica appunto. Che per me, più che rivalsa, è evasione dalla realtà. E sono convinto che ostentazione equivale a non evoluzione».

Lui, invece, non solo si è evoluto, ma ne ha fatta di strada da quando cantava con gli amici sotto casa e mai avrebbe potuto immaginare il successo di oggi, i completi Gucci, gli effetti speciali, un tour stratosferico raccontato su Instagram attraverso dirette, stories e diari di viaggio. Che lo avvicinano, per quanto è possibile, ai milioni di follower dei social e della vita reale.

«Sono molto legato ai miei fan, ricevo tantissime manifestazioni d’affetto e il fatto di riuscire ad arrivare al cuore delle persone mi rende felice», commenta quel ragazzone alto quasi due metri e ancora molto timido nell’approccio con il mondo esterno. «Ho un pubblico trasversale, mi seguono dai bambini fino alle persone ultra quarantenni e se la musica arriva anche ai più piccoli vuol dire che è sincera, perché loro sono puri. La cosa importante per me è essere sincero e parlare delle cose che conosco. Se non sei sincero le persone se ne accorgono». E ne ha cose da dire Ghali. Dai tempi della scuola, quando i professori leggevano i suoi temi alle altre classi, a quando, a soli 19 anni, comincia a scrivere i primi brani, tra cui “Come Milano”, una delle hit che oggi canta sul palco davanti ai milioni di fan, sfatando quella convinzione che lo accompagnava quando era piccolo. Quell’idea che solo gli altri avevano le carte in regola per sfondare, per esaudire i propri desideri. E invece ce l’ha fatta, ha riempito il Forum di Assago di Milano, il sogno dei sogni, dove ha portato anche la mamma, la sua stella polare, musa ispiratrice, forza e motore di tutto.

Ma, foto e Instagram stories a parte, come vive la giornata tipo una star come Ghali? «Non ho una giornata tipo perché ho mille cose da fare. Sono strapreso con il tour – che si concluderà il 13 novembre a Roma, ndr – e in più saltuariamente vado in studio per la produzione di alcune canzoni per il nuovo album. Quando posso dedico del tempo allo svago con amici e famiglia, ma si può dire che vivo come tutti, anche se negli ultimi sei mesi con il mio entourage abbiamo lavorato senza sosta alla preparazione di questo spettacolo, in cui ho davvero messo tutto me stesso».

Un po’ trap, un po’ pop, Ghali non ha paura di mischiare i generi e giocare con i suoni, le note, le parole. In testi dove canta anche in arabo, per rimarcare le sue origini, le sue radici, che sono ancora molto salde. «La Tunisia è un Paese con un’energia molto particolare dove vive parte della mia famiglia e dove ho molti amici. È parte di me come lo è Milano per cui, nel mio cuore, sono molto vicine. L’ultima volta che sono stato in Tunisia ho avuto una grande accoglienza e molte dimostrazioni d’affetto da parte delle persone, che mi seguono come in Italia».

E la villa alla mamma, alla fine, l’ha comprata davvero. Ma vicino a Baggio, vicino alle sue origini. Perché non si monta la testa più di tanto Ghali, vuole rimanere puro, stare vicino alla gente, non rinnegare quel che è stato e godersi quel che è e quel che sarà.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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