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Infrastrutture, la Regione congela gli accorpamenti: porti, bocce ferme per tre anni

Di Tony Zermo |

Catania. Prorogate per tre anni le Autorità portuali di Catania, Messina e Trapani. Il comunicato della Regione recita esattamente così: «Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, comunica di avere prorogato per un periodo di 36 mesi le Autorità portuali di Catania, Messina e Trapani».

Ciò vuol dire che l’Autorità portuale di Catania per tre anni conserverà la sua totale autonomia e non farà parte dell’Autorità di sistema del Sud-Est jonico a guida Augusta. L’accorpamento è rimandato e la situazione resta congelata. Lo stesso dicasi per Messina-Milazzo che non andrà a fare parte dell’Autorità di sistema a guida Gioia Tauro, e per Trapani che non sarà accorpata a Palermo. Ciascuno per i fatti suoi e con la propria identità. Poi si vedrà.

Del resto il decreto ministeriale relativo all’accorpamento dei porti da 24 a 15 prevedeva che su richiesta motivata del presidente della Regione si poteva ottenere una proroga di 36 mesi. Crocetta ha chiesto la proroga con motivazioni facilmente supponibili e il ministro Graziano Del Rio l’ha concessa.

Questo significa anche una tregua nella contesa, sia pure garbata, tra Catania e Augusta.

E’ chiaro che Augusta è stata scelta come Autorità di sistema per la sua conformazione geografica, cioè per la vastità della sua rada e la profondità delle sue acque che in alcuni punti supera i venti metri (quindi in grado di accogliere le navi portacontainer da 10 mila Tus che escono dal Canale di Suez), ma è altrettanto chiaro che Augusta non ha ancora completato la sua ristrutturazione, ha bisogno di tempo, quindi i tre anni sono anche necessari per riuscire a diventare veramente l’hub portuale della Sicilia che veramente ci manca per competere con i porti del Nord Europa come Rotterdam e Amburgo. La sfida è quella di fare approdare in Sicilia le grandi navi che attualmente passano lo Stretto di Gibilterra e risalgono l’Atlantico impiegando almeno quattro giorni di navigazione. Ecco perché Augusta è indispensabile per competere, potendo sfruttare la vicinanza a Suez.

Tutto questo sia detto a parte lo scandalo dei petroli, del compagno della ex ministra Federica Guidi trattata «come una sguattera del Guatemala» dall’imprenditore rampante Gianluca Gemelli, il tutto compreso nell’inchiesta per le “influenze” sui petroli che ha coinvolto anche il presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello e ha portato alle dimissioni dell’allora presidente dell’Autorità portuale Alberto Cozzo.

Comunque lo slittamento di tre anni non è dipeso dalle vicende giudiziarie relative al “traffico di influenze” quanto dal fatto che occorrono altri investimenti europei e governativi per preparare il porto di Augusta al suo compito di leader. Nel frattempo il porto di Catania, affidato all’ammiraglio Martello, continua a macinare record perché resta al centro dei traffici interni ed esterni e ha il privilegio di contare su autostrade e ferrovie. Comunque vada, non è nemmeno il caso di fare una battaglia di campanile perché quello di Catania con la nuova darsena che ha razionalizzato il nuovo design portuale resterà in ogni caso il porto commerciale più attivo di Sicilia, e attualmente ha anche confermato la sua valenza turistica, mentre oggi come oggi il porto augustano è soprattutto petrolifero. Augusta ha lavori in corso e ci auguriamo che fra tre anni sia in grado di reggere il ruolo che gli è stato assegnato. Non ci può essere nessuna rivalità, né c’è mai stata tra i due porti, al punto che per parecchi anni il presidente dello scalo augustano è stato il catanese Garozzo. Per il resto, buon lavoro per 36 mesi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA