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L’intervista al sindaco Enzo Bianco

L’intervista al sindaco Enzo Bianco «Ecco che cosa ci aspetta nel 2015»

Dal turismo all’urbanistica fino alla cittadella giudiziaria

Di Giuseppe Bonaccorsi |

«Chiù scuru d’accussi non può fari… ». L’animo dei catanesi è buio pesto. La crisi, la mancanza di lavoro soprattutto in alcuni settori come quello edile, la perdita di valori, hanno sbiadito l’immagine di una città che in passato vantava grande dinamismo e versatilità. Ma come sarà questo 2015? Sarà l’anno dell’inversione, della speranza in un futuro un tantino migliore? Ne abbiamo parlato col sindaco Enzo Bianco per capire, a distanza di oltre un anno e mezzo dal suo insediamento, com’è andata e soprattutto come andrà.

Sindaco, allora, con gli occhi di primo cittadino, come sarà il 2015 per la nostra città?

«Ho ripetuto spesso che il sindaco di una grande città non deve limitarsi a fare il capo dell’amministrazione comunale, ma è in realtà il leader di una comunità che quindi deve farsi carico di tutti i problemi che la riguardano, comprese competenze in cui spesso il sindaco non c’entra nulla. Per esempio, l’ultima questione che ho affrontato riguarda il caos della tangenziale. Ci siamo incontrati con il prefetto Romano, commissario della Provincia e i dirigenti dell’Anas per trovare una soluzione che elimini la gigantesca fila di auto che si forma ogni giorni sulla tangenziale, direzione aeroporto. Abbiamo messo a punto sia un intervento a breve, cioè convogliare le auto dirette all’aeroporto all’uscita precedente, sia uno a medio termine. Ho infatti avuto l’impegno da parte dell’Anas, parlando con Pietro Ciucci, che entro il 2015 sarà finanziata e realizzata una uscita a quadrifoglio pieno, come nelle autostrade. Ora questo risultato non è di stretta competenza del sindaco, ma trattandosi di un nodo essenziale non soltanto per Catania, ma per la città metropolitana e per il Distretto del Sud-Est, perché il nostro aeroporto è il volano dell’intera Sicilia sud orientale, ho voluto occuparmene. Cito questo progetto per far capire come considero il ruolo di sindaco. E voglio aggiungere che per intervenire in modo incisivo sulla crisi e il malessere diffuso c’è bisogno di avere progetti ambiziosi. Ora cosa ci si aspetta dal 2015? A parte le misure di ordinaria amministrazione le cose importanti sono diverse e una di questo è lo sviluppo turistico della città».

Da decenni si parla di Catania come di una città turistica e molti politici di ogni schieramento si sono sbizzarriti su questo tema, ma sino adesso Catania è sempre stata la città di passaggio…

«L’ho sempre detto. Questa città non ha mai avuto una vocazione turistica e gli alberghi sono nati principalmente per servire i viaggiatori di commercio. Oggi, però la situazione è cambiata: nel 2014 Catania per la prima volta è stata inserita tra le prime venti città turistiche d’Italia, sia pure al 19° posto. Ora la cosa fondamentale che può spingere questo trend positivo è lo sviluppo del porto». 

Anche questo è un tema di cui si parla da anni… «A partire dalla programmazione del 2016 Costa crociere tornerà a Catania, ma già per il 2015 abbiamo ottenuto il ritorno delle navi della Tui cruises e della Royal Caribbean. Naturalmente c’è poi la questione legata al rilancio di tutto il porto. Nel 2015 apriremo lo scalo marittimo alla città. Abbiamo deciso insieme al commissario Indaco di avviare i lavori di abbattimento del muro perimetrale nell’area relativa a piazza Borsellino. L’area doganale, invece, verrà trasferita più a sud. Quindi villa Pacini e piazza Borsellino diverranno un tutt’uno con un pezzo dell’area portuale. È previsto anche un finanziamento, in parte già ottenuto dall’autorità portuale, che servirà a consolidare e trasformare in un una bella promenade il molo foraneo. Sogno un ristorante, bar gelateria, chiamato “Alla punta del molo” dove i catanesi potranno recarsi per trascorrere ore in serenità». 

Questi progetti prescindono dal Piano regolatore del porto e dalla variante per il centro storico? «Sono tutti programmi che camminano insieme. Pochi giorni fa in un incontro ho detto che per il porto bisogna lavorare insieme. Il Prp vecchio verrà stralciato totalmente e la mia idea è quella di non prevedere alcuna cubatura all’interno dello scalo, neanche un solo nuovo metro. Pensate poi, anche in termini di parcheggio, cosa può significare per la città l’area recuperare spazi oggi inutilizzabili. Allo stesso tempo con la collaborazione di architetti ingegneri e l’Ance risolveremo sotto il profilo urbanistico, architettonico e sociale il collegamento della via Tempio».

In tema di turismo una delle voci più importanti è quella dei musei. C’è un Castello Ursino pieno di tesori nei depositi. Arriverà mai il giorno in cui torneranno ad essere fruibili a tutti?

«Intanto quest’anno abbiamo registrato uno straordinario risultato di crescita delle presenze nei musei, con un incremento, fino a settembre, del 60% dei visitatori e degli incassi e il boom dei 13.000 partecipanti alla “Notte europea della cultura”. Inoltre abbiamo sbloccato l’intervento risolutivo al castello Ursino che sarà annunciato a giorni dall’assessore Licandro. Si tratta del finanziamento per rendere fruibile il terzo piano ed avere una bouvette. Purtroppo è vero. Nei depositi c’è un numero incredibile di opere d’arte che i catanesi non hanno mai visto. Completeremo nel 2015 il monastero dei Padri Crociferi e destineremo a scopo museale anche la metà del monastero di Santa Chiara».

E l’ufficio Anagrafe? «Si trasferirà entro due mesi, come ha già annunciato il vicesindaco Consoli, nel centro direzionale di San Leone. Tra noi e la Regione, come dicevo, abbiamo materiale per aprire ben quattro musei, col supporto dell’ex Manifattura tabacchi».

In fatto di turismo porto e aeroporto dovrebbero camminare a braccetto… «È fuor di dubbio e sappiamo qual è il collo di bottiglia dello sviluppo dello scalo, la questione dell’interramento della rete ferroviaria. Nonostante questo il trend di crescita aeroportuale è inarrestabile. Nessuno, per fare un esempio, avrebbe scommesso un solo euro sulla tratta Catania-Istanbul. Oggi invece è sempre piena ed è diventata giornaliera. La compagnia Turkish Airline è pronta anche a far atterrare, nei primi di gennaio, grazie a una speciale autorizzazione, uno dei grandi aerei, un Airbus 330, come test per la pista».

Il nodo è quello della nuova pista. «Bisogna ottenere il finanziamento per interrare la linea ferrata. Il problema sinora era che le Ferrovie volevano i fondi per finanziare anche lo spostamento della stazione di Bicocca. E quindi l’interramento era collegato a quest’opera costosa. Oggi però si sono convinti a scindere i due progetti e quindi l’interramento precederà lo spostamento di Bicocca».

Nell’anno nuovo dobbiamo attenderci novità sostanziali in campo urbanistico? «Dopo aver vinto la battaglia su un Regolamento edilizio atteso da ben 65 anni, all’inizio del nuovo anno arriverà in Consiglio la variante sul centro storico che potrebbe rimettere in moto l’edilizia».

La delibera quando andrà in Consiglio? «Il percorso scelto è ancora una volta quello della più ampia partecipazione possibile. Prima di andare in Giunta, ci sarà un mese di tempo per fare osservazioni. Spero che entro la fine di marzo venga esaminata e votata dall’Aula».

Parlando di urbanistica apriamo la questione gravissima dell’emergenza lavoro. Nel nuovo anno arriverà il via libera a qualche grande opera? «Se la variante sarà approvata entro marzo-aprile si metterà in moto una gigantesca macchina capace di produrre lavoro. La seconda opportunità riguarda Corso Martiri. Credo che i tempi siano ormai maturi per far partire il progetto che l’architetto Cucinella sta affinando. Attendiamo di sapere dai privati come intendono aumentare l’area da destinare a verde o ad uso pubblico. Il terzo punto riguarda il Pua, il Piano Plaia. E su questo fronte va detto chiaramente che la forzatura in Consiglio comunale potrebbe allungare i tempi. Chi conosce le dinamiche della Regione sa che di fronte alle prescrizioni del Cru è meglio adeguarsi. Altrimenti le carte potrebbero esserci restituite riportando la questione in alto mare».

Bisognerà fare un altro passaggio in Consiglio? «Inevitabilmente. Tra l’altro le prescrizioni del Cru non facevano altro che chiedere un maggiore rispetto per l’ambiente che andava a tutto vantaggio della città e dei cittadini, per esempio impedivano di realizzare strutture a trecento metri dalla spiaggia. Una cosa obiettivamente giustificata e comprensibile».

Ma in tutto questo rimpallo tra Consiglio-Cru-Regione-Comune c’è il rischio che si finisca come a Siracusa dove il mega progetto del barone Di Grèsy è sfumato?

«Sì. Per questo ho detto che il Consiglio, non recependo le prescrizioni del Cru, faceva una scelta di cui si assume la responsabilità».

La questione Pua apre anche quella della tenuta della sua maggioranza. In vista dell’arrivo in Aula della delibera sul centro storico teme altri colpi di mano?

«Sulla variante seguiremo un percorso di assoluto coinvolgimento del Consiglio. E, aggiungo, non solo della maggioranza ma anche dei gruppi dell’opposizione perché si tratta di scelte storiche. E così intendo proseguire anche per le scelte che verranno. Con tutto il rispetto si può anche sbagliare ed è normale che in una maggioranza così ampia e composita ci possano essere opinioni differenti, ma su alcune scelte di fondo, come quella del rispetto dell’ambiente, non indietreggio».

Il 2015 sarà l’anno di cambiamento per la raccolta rifiuti? «Non sono per nulla soddisfatto di come oggi la città viene pulita. È stato fatto qualche passo avanti, ma siamo ancora molto lontani dallo standard qualitativo che vorrei».

In atto c’è un appalto che non prevede il «porta a porta». «Ricordo ai cittadini che il Comune ha un contratto con Ipi e Oikos che scade alla fine del 2015. Però avremo presto un salto di qualità. Sotto il profilo amministrativo abbiamo infatti avuto la possibilità di modificare l’iter perché il prefetto di Catania ha recentemente nominato i commissari di Ipi e Oikos, tra l’altro scegliendo persone di straordinario valore, come il generale Carlo Gualdi, l’ingegner Tenti e il dottor Cassarino».

Coi commissariamenti c’è la possibilità di cambiare? «Totalmente. Ad esempio stiamo già rimettendo in tutta la città i cestini gettacarte. Inoltre abbiamo attivato le squadre ambientali. Tra fine gennaio e febbraio partiremo con la raccolta porta a porta nel villaggio Goretti. Stiamo anche pensando di realizzare in project financing un impianto comunale per i rifiuti della frazione umida per superare la pesantissima crisi delle discariche».

Per superare quello che è considerato il monopolio dei privati?

«Certo. Oggi è un monopolio che peraltro non funziona perché nessuno dei privati possiede un impianto moderno. Naturalmente in tutto questo programma c’è una condizione imprescindibile, è cioè che i catanesi ci diano una mano. Per questo rivolgo a tutta la cittadinanza un appello affinché la collaborazione sia massima».

Tra le questioni aperte non si può dimenticare quella sanitaria per la nomina dei nuovi manager. «Ho costituito una Consulta sanitaria e una Consulta permanente per i direttori generali, ma come possiamo intervenire se non sono stati nominati tutti i direttori? Catania si trova in una condizione di atroce sofferenza che va risolta. Per questo rivolgo il più accorato appello al presidente Crocetta e all’assessore Borsellino perché vengano nominati prima possibile i nuovi direttori. Non è ammissibile che ospedali di grande rilevanza abbiano da anni commissariamenti di corto respiro. La questione dei commissari, poi, va superata in tutti i settori. Per fare un esempio il Teatro Bellini ha sofferto negli ultimi anni ben cinque commissariamenti che, inevitabilmente, non potevano produrre una programmazione e dunque un progetto di rilancio».

Sul fronte dei teatri c’è ancora aperta la questione della nomina del sovrintendente del Bellini e poi c’è la crisi della Stabile. «Proprio ieri abbiamo nominato il direttore artistico, ossia Francesco Nicolosi, un nome di grandissimo valore. E sarà nominato presto il nuovo sovrintendente, un nome di sicuro prestigio».

E lo Stabile? « È in grande difficoltà. A Palermo c’è un atteggiamento di netto favore verso il teatro Biondo che ha meno abbonati e una tradizione non certo paragonabile a quella dello Stabile, ma viene fortemente aiutato da una lobby. Il presidente Milazzo sta lavorando molto bene e anche il direttore Dipasquale sta facendo il suo lavoro. Alla scadenza del mandato ci porremo il problema di quale debba essere il nuovo assetto del teatro».

Dal punto di vista viario l’anno prossimo sarà quello della svolta per il Tondo Gioeni? Sino a questo momento a detta degli automobilisti il nuovo snodo non funziona affatto. «Qualche giorno fa abbiamo aperto la bretella di via Petraro e adesso il 2015 sarà l’anno decisivo del Tondo Gioeni anche dal punto di vista architettonico, con una nuova sistemazione a verde. Al centro della grande area sarà posizionata una fontana che richiamerà architettonicamente quella dell’Amenano. Vedremo anche se sarà necessario realizzare un altro torna-indietro e poi naturalmente, come extrema ratio, potremo pensare al sottopasso di via Grassi. Se potremo evitarlo sarà meglio perché si tratta di un’opera impegnativa perché bisognerebbe chiudere l’intera circonvallazione per un po’ di tempo».

L’anno che verrà sarà quello buono per la città metropolitana? «Sì. Come dimostra l’esperienza della squadra dei sindaci, noi stiamo già partendo indipendentemente dai ritardi della Regione che in questa materia sono inaccettabili. Quando succedono queste cose mi viene da pensare cosa sarebbe la Sicilia se non avessimo fatto un uso terribile dell’autonomia speciale. Oggi Catania sarebbe come Torino, Bologna, Firenze in cui si sono già insediati i sindaci metropolitani, mentre la Regione perde troppo tempo. A Roma, per esempio, hanno già insediato un gruppo di lavoro speciale per la sistemazione idrogeologica della città. Anche nel nostro territorio abbiamo problemi di questo genere col canale di gronda, al quale non tutti i Comuni sono allacciati. Così ho chiesto ai sindaci dell’hinterland di fare una riunione nel Palazzo degli elefanti e abbiamo ottenuto da palazzo Chigi i fondi per completare gli allacciamenti e riprendere un vecchio progetto sul canale di gronda ovest, nella zona di Misterbianco. Se oggi mi dovessero chiedere quale sia la cosa di cui sono più orgoglioso di quest’anno e mezzo di lavoro, risponderei che è quella di aver fatto partire la squadra dei sindaci».

Questa è la cosa che la inorgoglisce. Ma qual è la cosa che lei non rifarebbe in questo anno e mezzo di amministrazione? «Aver preso quella strada il giorno in cui mi è arrivato il pugno… Per il resto, ne ho fatti tanti di errori che ci vorrebbe un’edizione straordinaria del vostro giornale. Del resto chi fa sbaglia. Ed io cerco di fare».

Apriamo la questione dei conti del Comune. Il 2014 è stato un nuovo anno di risanamento… «I conti sono in grande affanno come in tutti i Comuni d’Italia. Mi permetto, però, di dire che da quando sono sindaco non c’è stato un solo giorno di ritardo nel pagamento degli stipendi. Non solo, gli asili nido, nonostante le urlanti proteste di una decina di persone, non sono stati chiusi. Inoltre la Multiservizi è stata salvata grazie a un piano di rigore e al senso di responsabilità dei lavoratori, mentre l’Amt ha assunto altri 40 autisti. Inoltre vi anticipo che nel 2015 assumeremo alcuni dipendenti al Comune e faremo un nuovo concorso per i vigili urbani, per assumere ragazzi di 25 anni che parlino inglese. Per le altre Partecipate, e principalmente per l’Asec, l’ amministrazione ha presentato un progetto per ottenere i fondi Jessica e completare la rete del gas. Quando sarà pronta penserò seriamente alla possibilità di privatizzazione».

Dal punto di vista viario state per inaugurare la linea veloce «Librino express». Quando partirà? «Sarà operativa a partire dai primi giorni del nuovo anno, con un collegamento diretto tra il quartiere e il centro storico che ritengo di fondamentale importanza sociale».

A Librino sono previsti anche gli «orti urbani». «Abbiamo già pronte due aree da assegnare alle associazioni. Sarà un progetto gigantesco di abbellimento e di verde pubblico. E in questi orti urbani non ci sarà solo verdura, ma anche alberi. La mia idea è quella di creare a Librino, attraverso orti e frutteti urbani, uno dei più grandi parchi d’Europa. E vedremo di fare un progetto in collaborazione con l’accademia delle Belle arti. Sarà anche un fenomeno di educazione civica che romperà la tradizionale immagine di Librino come quartiere ghetto».

In tante altre parti della città ci sono aree e strutture degradate. Ad esempio come finirà con Palazzo Bernini che lei aveva acquistato nel Duemila? «Doveva diventare sede di uffici comunali. Lì sarebbe bastato fare un mutuo per sistemarlo. Ormai la nostra intenzione è di vendere l’edificio con una trasformazione urbanistica che incrementerà lo spazio. Chi ci farà l’offerta migliore sul prezzo stimato se lo aggiudicherà».

Tra i programmi c’è pure la Cittadella giudiziaria. Le voci che si rincorrono indicano persino un piano per l’utilizzo dell’hotel Excelsior. Il Comune ha una posizione chiara? «Su questo tema il presidente del Tribunale e il procuratore Salvi hanno detto una cosa che condivido totalmente: a Catania ogni volta che si avvicina una soluzione c’è qualcuno che dice che ce n’è una più bella. E sapete come finisce? Che in questo modo non si fa mai nulla. Ora sull’Ascoli-Tomaselli destinato a Cittadella Giudiziaria la Regione si è impegnata firmando protocolli e intese. È quindi la soluzione più idonea». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA