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Parte da Tusa l’itinerario di storia e arte lungo la Valle dell’Halaesa

Dalla cittadina medievale del Messinese, che conserva vive le tracce dell’antico splendore, si può visitare il sito archeologico dell’antica Halaesa e il parco di sculture di Fiumara d’Arte realizzato dal mecenate Antonio Presti

Di Giovanni Musumeci |

A Nord della Sicilia, nel territorio che si affaccia sul mar Tirreno, al confine fra le provincie di Messina e Palermo, c’è una valle punteggiata da colline e attraversata dalla fiumara di Tusa. Questo territorio presenta un concentrato di siti storici e artistici unici, che meritano di essere riscoperti. Su un colle a ridosso del mare si trova uno dei più importanti siti archeologici della Sicilia: Halaesa. La fondazione di questa città, datata 403 a.C, fu dettata da motivi politici e contingenti.

Tusa, Porta a Terra (XIV secolo)

Tusa, Porta a Terra (XIV secolo) – ph Giovanni Musumeci

Arconide, nipote del re siculo Ducezio, dopo aver stipulato la pace col tiranno di Siracusa Dionigi si trovò a dover gestire una massa di mercenari disoccupati, campani ed “alesini siculi”, provenienti da Adrano. Diodoro Siculo così descrisse l’avvenimento: “raccolta dunque la gente occupò un colle distante otto stadi e su tale collina gettò le fondamenta di Halasea, ma essendovi altre città con lo stesso nome, la chiamò Arconidea dal suo proprio nome”.La posizione dominante ed il vicino porto favorirono lo sviluppo di Halaesa che divenne una delle città più floride della Sicilia. Il periodo d’oro si ebbe sotto il dominio romano con il commercio del grano proveniente dal centro Sicilia che attraverso la via frumentaria veniva spedito a Roma. Cicerone narra che dal porto di Halasea “veniva caricato tanto grano quanto ne veniva imbarcato a Catania e Licata”.

Tusa, Torre medievale

Tusa, Torre medievale – ph Giovanni Musumeci

La fine dell’impero romano unito al violento sisma nell’anno 856 seguito dal saccheggio degli Arabi, decretarono la fine della città. I superstiti trovarono rifugio su una altura all’interno, dove esisteva un villaggio fortificato, dando origine all’odierna Tusa il cui toponimo, di derivazione araba, significa “rocce aguzze”. Sotto i Normanni la città rifiorì, venne fortificata da una cinta muraria e numerosi torri, e trasformata in una roccaforte. Di quel periodo e del successivo troviamo testimonianze nel centro storico, nel tracciato delle sue stradine lastricate, che conserva il suo aspetto di tipica cittadella medievale con le torri e i numerosi edifici sacri con le architetture abbellite da pregevoli opere d’arte.

Dalla bottega d’arte della famiglia di scultori Livolsi, a Tusa, escono opere d’arte (pittoriche, lignee e di stucco) in cui lo stile barocco trova la sua migliore espressione e che impreziosiscono molti borghi della Sicilia. Perdersi fra le viuzze della tranquilla Tusa è come fare un tuffo nel passato, dove ad ogni angolo si respira un’antica atmosfera accompagnati solo dal rumore dei propri passi. Il territorio della valle di Tusa è ricco di antichi ulivi saraceni dai fusti contorti che danno un olio molto apprezzato. Il porto, Castel di Tusa, nel corso degli anni si è sviluppato divenendo un ricercato borgo balneare meta di turisti che d’estate sono richiamati dal suo limpido mare ma anche dall’offerta culturale di Fiumara d’Arte e del suo albergo – museo d’arte moderna Atelier sul Mare.

Finestra sul mare

Reitano, Finestra sul mare di Tano Festa – ph Giovanni Musumeci

L’albergo- museo (in cui ogni stanza è un’opera d’arte unica) costituisce il punto di partenza per un percorso lungo la valle dell’antica fiumara oggi costellata dalle opere d’arte che il mecenate Antonio Presti ha donato al territorio. Opere realizzate dai più importanti artisti contemporanei come il Labirinto d’Arianna di Italo Lanfredini (a Castel di Lucio), Finestra sul Mare (o Monumento per un Poeta morto, a Reitano) di Tano Festa ed Energia Mediterranea di Antonio Di Palma (Motta d’Affermo), solo per citarne alcune. L’ultima opera installata nel territorio di Motta d’Affermo è La piramide – 38° parallelo di Mauro Staccioli che ogni anno attira folle di turisti ed amanti dell’arte nei giorni a ridosso del solstizio d’estate, ovvero gli unici in cui è possibile entrare all’interno dell’opera d’arte e in cui si svolge il “Rito della Luce”.gimeci@hotmail.it

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