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Perché regaliamo la Stella di Natale? Le due leggende legate a questa pianta

Di Redazione |

Nel periodo natalizio se ne vendono ad ogni angolo di strada, se ne ricevono e se ne regalano, ma la maggior parte delle persone non conosce il vero significato di regalare una piantina di “Stelle di Natale”.

Cominciamo con il dire che il suo nome scientifico è Euphorbia pulcherrima nota anche come Poinsettia ed è una pianta ornamentale originaria del Messico, nazione nella quale cresce spontaneamente e dove, allo stato selvatico, può raggiungere anche un’altezza fra i due e i quattro metri. Lì la chiamano anche “Flor de Nochebuena” (Nochebuena è la notte di Natale in spagnolo), oppure “flor de Pascua”, “estrella federal y pastora”.

Racconta un’antica leggenda che in un piccolo paese del Messico tutti gli abitanti si riunivano in chiesa per trascorrere la notte di Natale portando dei regali a Gesù Bambino. A Pablo, un bambino del paese, piaceva quella tradizione ma non aveva mai nulla da portare. Ogni anno vedeva invece i regali dei suoi compaesani, ricche ceste di frutta, vestiti, giochi. Anno dopo anni diventata sempre più triste e il fatto di non aver nulla da donare, perché troppo povero, lo faceva stare male. 

Così la notte di Natale cercava di non farsi vedere più di tanto per evitare che gli altri si accorgessero che non aveva nulla da portare. Si nascose in un angolo della chiesa e cominciò a piangere, però subito le sue lacrime cadute al suolo cominciarono a dar vita ad una bellissima pianta dai petali rossi. 

Pablo comprese che quel fiore era un regalo di Dio, per consentirgli di portare qualcosa in dono a Gesù Bambino. Mise quella pianta assieme agli altri regali e mantenne sempre il segreto che fosse nata dalle sue lacrime. Le altre persone vedendo quella bellissima pianta decisero di coltivarla e di portarla ogni anno in chiesa in occasione del Natale. Così quel gesto divenne tradizione, una tradizione mantenuta ancora oggi.

Un’altra leggenda, ma molto meno poetica, è quella legata al fatto che la Stella di Natale sia una pianta tossica addirittura “mortale” per le persone e per gli animali. Questa storia metropolitana risale al 1920 quando il botanico Joseph Francis Rock scrisse di una pianta velenosa delle Hawaii – la stella appunto – i cui steli erano stati succhiati da un bambino provocandogli la morte per avvelenamento. L’episodio – venne ripreso nel 1944 da un medico, Harry Loren Arnold che riportò, invece, come il bambino fosse morto per aver inghiottito una foglia.

Addirittura nel 1970 persino la Food and Drugs Admistration, raccontò che una foglia poteva uccidere un bambino. A fare chiarezza nel 1971 uno studio sulla rivista Toxicon, in parte finanziato dai vivaisti, che dimostrò come somministrando ai ratti stelle di natale omogeneizzate, anche alla dose da capogiro di 50 grammi per chilogrammo di peso, non solo gli animali non morivano tra atroci dolori, ma non si notavano effetti rispetto al gruppo di controllo.

In realtà, la pianta, come molte altre (caprifoglio, oleandro, mandragora…) ha una sua “tossicità” ma non è un pericolo mortale, per adulti, bambini o animali. Bisognerebbe mangiarne un bel po’ per subirne gli effetti, ma sicuramente non mortali, al massimo un eritema o un’indigestione dovuti alla presenza, nelle foglie e nel fusto, di triterpene, una sostanza ad azione tossica, sia per contatto che per ingestione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA