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RIDATEMI GLI ANNI ’80!

Di OTTAVIO CAPPELLANI |

E niente, ho voglia di velluti e tappeti, anzi no, proprio di moquette, di quella colorata, e lucine dappertutto, anche di colonne doriche, anche smaltate, di vassoi lucidi, di crepes ai funghi, guarda anche di pennette alla wodka, di blazer e gilet, si, tipo gilet colorati, e ho voglia di brusìo, che ne so, un tavolo di chemin lì, uno di poker là, ah ecco, chivas, ho voglia di chivas, di tartine, ecco le tartine, ho voglia di cachecol e candele, di riscaldamenti sparati al massimo, ho voglia di un locale affollato che non sia poi così affollato, dove il rilassamento della compagnia aggiunge calore al calore, ho voglia di mocassini nuovi con la suola così immacolata da scivolare sulla moquette, ho voglia di profumi appena regalati e, che ne so, ammennicoli, portasigarette, accendini, gemelli, ho voglia di lucidalabbra e calze con la riga, persino di acconciature vaporose e di spalline, di tintinnìi, ho voglia di giacconi di shearling e timberland, di calze a scacchi e maglioni con le renne, di albe sul vulcano e persino di un bicchierino di fuoco dell’Etna, ho voglia di colonne di jeep dove si intrecciano storie d’amore appena nate, e ho voglia di ascoltare “last christmas” come se fosse la prima volta, ho anche voglia di vestirmi esageratamente fighetto e andare a vedere il film dei Vanzina con Boldi e De Sica, speriamo che c’è anche Greggio e il Cumenda, ho voglia di tutti i negozi aperti e ho voglia di non trovare parcheggio, ho voglia di cravatte con i disegni cachemire e di un té caldo, magari corretto, seduto a un tavolo mentre sfrecciano guantiere, ho voglia di sentire l’odore degli alberi di natale all’alba, quando tutti se ne sono andati, ma solo per un po’, perché stanno quasi già per tornare, ho voglia di perdere tanto al tavolo da gioco e uscire nell’alba felice come dopo essersi tolti un pensiero, e ho anche voglia di vincere tanto, pensare a cosa comprarmi e poi invece riperdere tutto, ho voglia di sbillicare e di urlare “cista”, ho voglia di pensare che con l’anno che viene saremo tutti belli ed eleganti e ricchi e felici così come lo siamo adesso, ho anche voglia di quelle piccole e grandi malinconie, quelle che ti fanno dire “odio le feste”, cancellate dai ricordi delle feste passate e di altre allegrie sfiorate da bambino, e di bancarelle e torrone e di corse per gli ultimi acquisti, di cucine indaffarate e vaporose, di centrotavola, di candele dimenticate che incendiano gli addobbi, ho voglia di soldi buttati perché l’anno che viene ci rifaremo. Cazzo… ‘sta minchia di Covid mi sta facendo venire nostalgia degli anni ‘80.

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