CALTANISSETTA – Sarà il Tribunale del riesame che dovrà rivalutare il caso delle sanzioni per le presunte “spese pazze” con il bonus cultura e che vede al centro la condotta, ritenuta troppo di “manica larga” di un commerciante nisseno. Circa 700 gli studenti nisseni coinvolti.

La Corte di Cassazione ha infatti annullato il provvedimento di sequestro dei beni del commerciante, di oltre 300mila euro, scattato nei mesi scorsi dopo una indagine condotta dalla Guardia di Finanza, rinviando gli atti al Tribunale del riesame.

Punto centrale della vicenda, come chiarito nel ricorso in Cassazione presentato dal legale del commerciante, l’avvocato Giuseppe Panepinto, è capire se sia stata violata la soglia di spesa del bonus cultura voluto dal governo Renzi, con il quale parecchi giovani potevano acquistare libri o materiale didattico fino a 500 euro di spesa, ma, secondo l’accusa formulata dalla Guardia di finanza, avrebbero preferito smartphone e altri prodotti di elettronica, grazie anche a presunte compiacenze di qualche negoziante.

Ma, secondo quanto sostenuto dalla difesa, era errata la valutazione secondo cui l’ammontare delle violazioni del limite di spesa era di 317mila euro, che farebbe scattare la sanzione penale in quanto la soglia massima della violazione è di 4mila euro.

L’avvocato Panepinto, nel suo ricorso – poi condiviso dalla Cassazione – ha sottolineato che non è possibile fare un cumulo di tutte le spese sostenute dai ragazzi, ma che bisogna procedere analizzando caso per caso e valutare singolarmente se si è superata la violazione di 4mila euro.

Se la soglia resta inferiore a questa cifra scatta solo una eventuale sanzione amministrativa, stesso discorso vale per gli studenti  ritenuti responsabili delle sospette “spese pazze”, che, al momento non rischierebbero sanzioni penali.

La parola passa dunque al Tribunale del riesame ai quali la Cassazione ha trasmesso gli atti della vicenda; la discussione del ricorso verrà fissata non appena i magistrati nisseni riceveranno il carteggio da parte dei giudici della Suprema Corte.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA