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La decisione

Il feudo di Cosa nostra passa al Comune di Caltanissetta

Una proprietà di 310 ettari confiscata qualche anno all'imprenditore Paolo Farinella, boss di Gangi

Di Redazione |

Il feudo di Mimiami passa al Comune di Caltanissetta. Quel luogo di caccia dei boss di Cosa nostra adesso è di proprietà pubblica e qui già è insediata l’azienda agricola di Luca Cammarata che ha avviato l’agricoltura biologica. Il feudo della mafia era di proprietà dell’imprenditore Paolo Farinella, 78 anni di Gangi che avrebbe fatto parte del “tavolino” tra imprenditoria, mafia e politica sul quale i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino stavano lavorando per smantellarlo.

La struttura

Il feudo di Mimiani, quasi 310 ettari di terreni agricoli e una imponente masseria con 169 beni immobili, tra Caltanissetta e Marianopoli, passano al Comune di Caltanissetta. Dopo la confisca all’imprenditore Paolo Farinella diventeranno il luogo di rinascita per chi, sulle aziende agricole, vuole continuare ad investire. Un patrimonio di milioni di euro che lo Stato, tre anni fa, attraverso un’operazione della Dia di Caltanissetta, ha avuto tra le mani ed ora l’Agenzia dei beni confiscati alla mafia ha dato l’ok per trasferirlo al Comune che già ha permesso ad associazioni e cooperative di gestire i patrimoni di chi ha realizzato imperi imprenditoriali con i soldi sporchi della mafia. La consegna dei beni al Comune di Caltanissetta è già stata formalizzata.

La delibera

Il Comune di Caltanissetta nella delibera con la quale ha manifestato interesse all’acquisizione del bene ha confermato l’intenzione di consentire «il pieno utilizzo di tutti i beni confiscati alla criminalità organizzata, per fare nascere da quelle strutture luoghi dove vengano svolte attività sociali al servizio del territorio, al fine di rafforzare e accrescere la cultura della legalità e creare un’opportunità di sviluppo e di lavoro in un contesto sofferto ma desideroso di cambiamento, con l’obiettivo di creare centri e luoghi di aggregazione, al fine di combattere il disagio sociale, l’emarginazione, l’isolamento, la disoccupazione che costituiscono fenomeni che riguardano soprattutto i giovani e generano comportamenti deviati alla base dei processi di crescita criminale».

Agenzia dei beni confiscati

Il Comune di Caltanissetta è stato ritenuto virtuoso dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati. «Questo è il risultato del lavoro che in questi anni ha portato avanti questa Amministrazione per utilizzare al meglio i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – dice il sindaco Gambino – Un lavoro finalizzato a sfruttare e valorizzare al massimo queste strutture, di proprietà della malavita, facendoli diventare luoghi dove si svolgono attività sociali al servizio del territorio, in modo da rafforzare e accrescere la cultura della legalità e creare nello stesso tempo opportunità di sviluppo. Ringrazio tutto il personale degli uffici che hanno permesso questo importante riconoscimento e l’assessora Cettina Andaloro per il grande lavoro che quotidianamente svolge a servizio della nostra comunità».

La cerimonia

Martedì alla cerimonia di consegna del bene a Caltanissetta saranno presenti il direttore dell’agenzia nazionale per i beni confiscati il Prefetto Bruno Corda, la coadiutrice dell’Agenzia Nazionale Caterina La Barbera, l’amministrazione comunale con il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino, la Giunta Comunale, il Presidente del Consiglio, i Consiglieri Comunali e tutte le Autorità cittadine e militari. Nel luogo in cui proliferava l’illegalità adesso verrà coltivato un modello di economia mirato al rispetto delle regole, allo sviluppo di una cultura sociale e imprenditoriale legata alle leggi trasparenti della concorrenza e del mercato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA