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Morte di Giuseppe Saporito: Indagati i due titolari della ditta

Di Vincenzo Pane |

Sono due gli indagati per l’incidente sul lavoro costato la vita allo sfortunato operaio caterinese Giuseppe Saporito, 42 anni, morto l’altro ieri dopo essere caduto da un traliccio sul quale lavorava per una riparazione dei cavi dell’energia elettrica. Si tratta dei titolari della ditta Icoimel, Salvatore Di Marca, 56 anni, nisseno e Luigi Spigarelli, 72 anni, nativo di Gualdo Tadino e residente a Ragusa, difesi dagli avvocati Deana Scarpulla e Stefania Amato. Va detto subito che l’apertura di un fascicolo d’inchiesta è un atto dovuto in quanto si tratta dell’unico mezzo per svolgere accertamenti precisi e stabilire cosa sia realmente accaduto in casi del genere.

Il primo passo, al momento, è lo svolgimento dell’autopsia sul corpo di Saporito, che verrà eseguita dal medico legale catanese Giuseppe Ragazzi tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina. L’esame autoptico è stato disposto dalla pm Irene Frudà che sta coordinando l’inchiesta aperta per chiarire con precisione se ci sia stato qualche errore alla base dell’incidente e quindi se possano configurarsi delle responsabilità a carico dei datori di lavoro o dei responsabili del cantiere allestito alla ditta Icoimel – che lavora per conto dell’Enel – in contrada Anghillà. Un’azienda ritenuta molto seria anche dalla stessa Enel, visto che più volte ha affidato incarichi simili proprio alla Icoimel.

L’incarico di eseguire l’esame autoptico sulla salma verrà conferito martedì mattina al medico legale Ragazzi e l’attività di accertamento potrebbe essere eseguita già nel pomeriggio di giorno 16 o la mattina del giorno successivo. Per tutelarsi, i familiari di Saporito – la moglie, i genitori e le due sorelle dell’operaio – in questo caso parti offese, hanno scelto di farsi assistere dall’avvocato Alberto Fiore.

Ci sarà da capire se Saporito, mentre lavorava, possa o meno essere stato colpito da un malore che potrebbe avergli fatto perdere i sensi o semplicemente abbia compromesso l’equilibrio della sua posizione facendolo volare giù. Già esclusa, almeno stando ai primi accertamenti eseguiti dai poliziotti della Divisione amministrativa della Polizia, guidati dal vicequestore Michele Emma, la possibilità di un scossa che lo ha folgorato. Ci sarà anche da capire se i sistemi di sicurezza – che, secondo quanto emerso finora, l’operaio indossava – possano in qualche modo avere fatto cilecca. E va valutata anche l’ipotesi di una distrazione o di un errore umano.

Certo è che, cadendo da circa dieci metri, Saporito è arrivato al suolo battendo la testa, a quanto pare, sul coperchio di una caditoia e la frattura alla base del cranio si è rivelata fatale. Ma l’autopsia e il resto delle indagini dovrebbero far luce se non sia successo qualcos’altro in quei drammatici e maledetti momenti che hanno preceduto la caduta di Saporito.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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