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Aci Catena, spari contro l’abitazione della maestra sospesa per maltrattamenti

Di Redazione |

Sale la tensione dopo le prime avvisaglie dei giorni scorsi ad Aci Catena (Catania) dove la notte scorsa sono stati sparati tre colpi di arma da fuoco contro l’abitazione della maestra di scuola elementare sospesa dal servizio per un anno per maltrattamenti e lesioni volontarie aggravate nei confronti dei suoi alunni. La donna ha sentito i colpi e stamattina fori di proiettile sono stati trovati sulla sua porta di casa in vetro. Una situazione che si fa sempre più difficile e che mette in allarme anche i vicini.

«Ho sentito tre colpi – dice una signora che abita nei pressi della casa della maestra – ma mi sembrava che fossero stati gli stranieri che abitano qui vicino. E’ accaduto tutto in un attimo, non mi sono resa conto di quello che era successo. Poi stamattina una vicina di casa mi ha detto: ‘Hanno sparato alla porta di casa della maestrà e solo allora ho capito». L’indagine sulla maestra fu avviata dopo le denunce di genitori dei bambini. Furono così attivate intercettazioni e videoriprese delle lezioni nella classe dall’insegnante. Poi la decisione del gip di interdire la donna per un anno. Dopo la diffusione della notizia, la settimana scorsa un gruppo di genitori ha protestato davanti alla scuola: il provvedimento del giudice è stato ritenuto da molti troppo mite.

 Alcune madri hanno accusato l’insegnante di «essere un mostro…», contestando il provvedimento adottato, ritenendolo insufficiente: «doveva andare in carcere, altro che sospensione … non ha ammazzato nessuno, certo, ma cosa volevano il sangue dei nostri figli?». «Bambini picchiati in testa – ha aggiunto una donna che ha denunciato ai carabinieri la maestra dopo i racconti a casa del figlio – con la bacchetta, sul viso con schiaffi, la testa appiccicata al banco… Io mi ritrovo mio figlio con seri problemi: è aggressivo, dà punizioni al fratellino più piccolo. Ma che fiducia posso avere delle insegnanti di questo istituto?».

I genitori prendono però le distanze dall’intimidazione della scorsa notte manifestando «ferma condanna e indignazione». “Condanniamo questi gesti – dicono – noi ci siano rivolte alle istituzioni per avere giustizia, seguendo le vie legali. E anche adesso chiediamo che venga fatta giustizia per la maestra, oltre che per i nostri figli».

La mastra preferisce non parlare. «E’ distrutta – ha detto il suo legale, l’avvocato Orazio Consolo – e ha paura per la sua vita, durante la denuncia ha pianto tutto il tempo». Il penalista collega, indirettamente, i tre colpi di pistola sparati contro la porta di casa della maestra alla sua sospensione da scuola perché, sottolinea, «la signora non ha altri problemi di alcun tipo». «Certo – osserva l’avvocato Consolo – tutto il can can mediatico non l’ha aiutata: telecamere e servizi davanti la scuola con dirette televisive aumentano le tensioni e poi rischiano di alimentare rancori che qualcuno non riesce a contenere. Adesso speriamo che la giustizia faccia in fretta il proprio corso, identificando gli autori di questo ingiustificabile gesto».

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