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Confiscati beni per 1,5 milioni a un imprenditore catanese ritenuto vicino ai clan

Di Redazione |

La Dia di Catania ha confiscato su ordine del Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, beni, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore di 1,5 milioni a vario titolo riconducibili all’imprenditorecatanese Vincenzo Salvatore Rapisarda di 29 anni.

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Vincenzo Salvatore Rapisarda è figlio di Salvatore, capo indiscusso del clan mafioso Rapisarda, operante a Paternò come referenti territoriali del clan “Laudani” intesi “Mussi i Ficurina”.

Vincenzo Salvatore Rapisarda era già stato tratto nell’aprile del 2015 nell’ambito dell’operazione antimafia “En Plein” e la Prefettura aveva emesso una provvedimento interdittivo per la sua società, la RSA Trasporti srl. L’uomo è anche stato arrestato una seconda volta nell’ambito dell’operazione antimafia dei Carabinieri “Vicerè”.

Secondo gli investigatori ci sarebbe una notevole sproporzione tra le fonti di guadagno dichiarate e i beni direttamente o indirettamente posseduti. Le indagini patrimoniali e societarie hanno infatti consentito di far emergere come Vincenzo Salvatore Rapisarda abbia, successivamente all’arresto, ceduto le quote di due società operanti nell’attività di autotrasporto di merci per conto terzi a prossimi congiunti per eludere eventuali misure patrimoniali nei suoi confronti. Atti che, ai sensi della normativa antimafia, sono considerati privi di efficacia. Il provvedimento di confisca ha infatti colpito beni intestati alla convivente di Vincenzo Salvatore Rapisarda, ma a lui riconducibili, costituiti da una società di autotrasporto per conto terzi, una quota di partecipazione nel capitale sociale di altra società intestata ad un prossimo congiunto, operante anch’essa nella medesima attività nonché rapporti bancari e finanziari.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA