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Depuratore di Mascali, il Tar punisce la Regione: si a potenziamento

Di Angela Di Francisca |

Catania –  La prima sezione del Tar di Catania ha accolto il ricorso proposto dal Consorzio Servizio Depurazione dei liquami tra i Comuni di Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia e Sant’Alfio, annullando così il decreto del dirigente generale del Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, con il quale era stata respinta l’istanza del Consorzio, finalizzata all’ottenimento del rinnovo dell’autorizzazione allo scarico dell’impianto di depurazione sito nella frazione di Sant’Anna, nel territorio di Mascali.

Il Consorzio che gestisce il servizio di depurazione attraverso un impianto costituito da due moduli di depurazione, con scarico su un corpo recettore costituito dal torrente Macchia e successivamente nel Mar Jonio, prevede la realizzazione di un terzo modulo e di una condotta sottomarina di allontanamento dei liquami depurati. Già nell’ottobre del 2015, con una nota, l’assessorato regionale dell’Energia aveva preannunciato che intendeva emettere provvedimento di rigetto, in considerazione del fatto che i verbali di controllo dell’Arpa di Catania avrebbero rilevato frequentemente l’attivazione di un bypass ubicato a valle della grigliatura attraverso il quale i reflui provenienti da tale sistema vengono scaricati previa clorazione e dopo miscelazione con la quota di reflui depurati, direttamente nel corpo recettore torrente Macchia.

Nell’agosto del 2016, l’assessorato regionale ha rigettato definitivamente l’istanza di rinnovo dell’autorizzazione allo scarico.

Il Consorzio, rappresentato in giudizio dall’avv. Lucio Fresta, ha sostenuto la tesi secondo la quale pur in presenza di un importantissimo finanziamento nazionale (24 milioni di euro) per il completamento dell’impianto e la totale inerzia della Regione nell’impiego di questa somma, è stata negata l’autorizzazione provvisoria allo scarico a causa di un notorio sottodimensionamento dell’impianto, decretando di fatto l’abusività dell’attuale attività di scarico in corso. «La mancata realizzazione del III modulo, che renderebbe non più necessaria l’attivazione del by-pass – si legge nella sentenza – dipende proprio dal mancato avvio o conclusione delle procedure affidate al precedente Assessore Regionale dell’Energia, nella veste di Commissario straordinario nominato dal Governo nazionale».

Secondo l’avvocato Fresta, la giustizia ha finalmente fatto chiarezza, redistribuendo le relative responsabilità. «L’impianto consortile di Mascali funziona in maniera adeguata per come è stato pensato 30 anni fa. Il problema si sposta ad un dimensionamento evidentemente insufficiente. Il pronunciamento del Tar sostanzialmente bacchetta la Regione, indirettamente anche lo Stato affinché si spendano i soldi di un finanziamento che già esiste».

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