Catania – Scintille in Comune tra la capogruppo dei Cinquestelle in Consiglio comunale, Lidia Adorno e il vicesindaco e assessore al Bilancio della Giunta Pogliese, Roberto Bonaccorsi. Tutto nasce alcuni giorni fa con le dimissioni dal gruppo M5s del consigliere Giovanni Grasso, ex candidato sindaco del movimento, che ha aderito al Misto. Da una ricostruzione dei fatti della Adorno, da noi intervistata, l’origine delle dimissioni è una telefonata che erroneamente, secondo la Adorno lo stesso Grasso avrebbe pubblicato sulla chat del meetup di via Filocomo del movimento.

Durante una telefonata tra lo stesso Grasso e il vicesindaco Bonaccorsi sarebbe stata messa in discussione, con frasi dal forte impatto, l’operato della stessa Adorno nell’aula del consiglio: «Innanzittutto – spiega la Adorno – abbiamo attivato una procedura disciplinare nei confronti del consigliere Grasso per le gravissime affermazioni nei miei confronti contenute nella telefonata che lui ha reso pubblica. Telefonata nella quale il vicesindaco di Catania ha usiato parole pesanti  nei miei confronti».

La Adorno che si dice stupefatta per l’episodio aggiunge: «Nella telefonata è emerso che l’attività della sottoscritta non si riusciva a fermarla per cui l’assessore Bonaccorsi  d’un tratto ha detto “a chissa a’ ntappassi  in do muru.. Ci amu ddari uu coppu..”». E Giovanni Grasso avrebbe confermato: «Sì u’coppu giustu». La Adorno ha già denunciato nell’ultima seduta consiliare l’episodio e poi ieri ha dichiarato di essersi rivolta già alla Procura: «Ho parlato col  procuratore capo Carmelo Zuccaro, al quale ho esternato l’accaduto». La capogruppo grillina ha detto anche di aver consegnato alla Procura i documenti che attestano l’episodio. Il gruppo consiliare ha convocato per sabato alle 11 nella sala Coppola di palazzo degli Elefanti una conferenza stampa alla quale prenderanno parte anche tutti i deputati nazionali e regionali catanesi. Anticipa la Adorno: “Sabato chiederemo con forza al sindaco Pogliese le dimissioni dell’assessore Bonaccorsi”. 

Ulteriori approfondimenti sulla vicenda nell’articolo di domani nella versione cartacea e online de La SiciliaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA