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Violenza sulle donne, Porta Garibaldi dice il suo No con una “galleria d’arte”

Anche quest'anno l'associazione Acquedotte_Arte, Architettura, Aree urbane vuole testimoniare il suo impegno contro tutte le forme di violenza sulle donne. Lo fa esponendo le opere di tre artisti catanesi che hanno dato volto e forma al grido di dolore delle vittime di abusi e sopraffazioni.   

Di Redazione |

Per il secondo anno consecutivo, in occasione del 25 novembre, Giornata nazionale contro la violenza sulle donne, Porta Garibaldi diventa una galleria d’arte per dire NO a tutte le forme di violenza sulle donne, dallo stalking al femminicidio, dalle prepotenze alle umiliazioni. Dopo le installazioni di Vincenzo La Mendola e Giuliano Cardella che l’anno scorso avevano denunciato l'oppressione di una vita domestica che si trasforma in gabbia, questa volta sono tre gli artisti catanesi che danno corpo e forma al dramma che vivono tante donne dietro un’apparente normalità: Alessandro Famà, Maria Francesca Raffone e Laura Riolo.Un incubo, “The real nightmare”, è la rappresentazione di Alessandro Famà, una grande tela che racchiude lo scandalo della violenza, le ferite del corpo, il trauma della brutalità, l’angoscia del domani. Volti distorti dalla sofferenza o dalla rabbia, ma anche lo sguardo diretto di una giovane donna che, nonostante le ferite, guarda dritto negli occhi il visitatore, testimone suo malgrado di tanta disperazione.

Violenza spesso nascosta dietro le quinte della normalità, quelle “Apparenze ingannevoli” che Maria Francesca Raffone rappresenta nella sua statua in  terracotta. Una figura femminile, a tratti stilizzata. Una donna svuotata e privata: di ogni sua volontà, della capacità di decidere e di reagire alla sofferenza e alla violenza. Sottomessa, senza la forza e la capacità di ribellarsi a chi spesso dice di amarti.“Salvati”, infine, è l’accorato appello che dà il titolo alla scultura in gesso di Laura Riolo. Un invito a trovare il coraggio di ribellarsi, di abbandonare situazioni a rischio che potrebbero condurre alla morte. Aggrapparsi a un appiglio per salvarsi dal vuoto, come una corda a cui sostenersi con tutte le forze per non precipitare nell’ abisso.Le opere rimarranno esposte dal 25 al 27 novembre dalle 18 alle 21. Ingresso libero.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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