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Pubbliservizi , «Taglio costo lavoro, unica strada»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Il sindacato alcuni giorni fa aveva detto chiaro e tondo in un comunicato pubblicato al termine di un incontro con la dirigenza, che alla Pubbliservizi non era cambiato nulla e si intendeva procedere soltanto con «tagli agli stipendi degli operai» e al contempo «con le spese folli per le consulenze». La segretaria della Fisascat, Rita Ponzo, entrando a fondo nella questione Pubbliservizi aveva aggiunto nella nota che «in Bilancio ci sono 260 mila euro di spese per consulenze, nessun taglio ai superminimi e tagli agli stipendi degli operai nell’ordine del 30%».

Ontario ha replicato al sindacato chiarendo, dal suo punto di vista, alcuni dei punti fondamentali della crisi, ma il tema su cui è più importante soffermarsi è quello dell’incertezza che ancora oggi regna sul futuro della società che da mesi è sull’orlo del baratro. Nonostante il recente contratto quinquennale firmato dal sindaco Enzo Bianco e da Ontario, la società è ancora sull’orlo del fallimento soprattutto per i debiti non saldati e accumulati negli anni che ammontano all’astronomica somma di 6 milioni e 400 mila euro, una cifra che non fa dormire sonni tranquilli e che vede sul lastrico anche decine di aziende fornotrici dell’ente pubblico. «Noi ce la stiamo mettendo tutta per tenere a galla la società – ha spiegato Ontario -. E per prima cosa vorrei dire che le consulenze al momento sono bloccate e i superminimi che in un primo tempo erano stati congelati, sono stati annullati del tutto dopo un parere legale. Ma su quest’ultimo punto abbiamo fatto di più avviando le procedure per il recupero delle somme che erano state percepite indebitamente. Quindi io i superminimi li ho tolti da mesi, eppure il sindacato continua a battere su questo tasto… Detto ciò – ha proseguito l’amministratore – credo che in questa vicenda si stia perdendo l’attenzione sul vero problema della società che in passato è stato uno stipendificio ed è stata in totale perdita sistemica per anni senza che nessuno se ne sia occupato. A questo punto le strade che si hanno davanti sono due: o il fallimento o un concordato preventivo».

E quindi dove si sta andando?

«Il concordato preventivo lo decide la legge. Noi stiamo studiando se chiederlo perché la società ha oltre 6 milioni e 400 mila euro di debiti. Per quanto riguarda, invece, le consulenze la maggior parte sono frutto di contenziosi già esistenti per cause relative a incidenti stradali, di cui due mortali. Le consulenze riguardano debiti del passato, perché allo stato non ho rinnovato alcun incarico».

Allora, alla fine, il nuovo contratto non è affatto la panacea di tutti i mali…

«E’ un significativo passo avanti, ma il rischio c’è sempre vista la situazione. Va dato atto che l’accordo col sindaco metropolitano vada verso la strada giusta, ma c’è ancora altra strada da fare. Vorrei, comunque, ricordare che in precedenza, col commissario regionale Cocina, il contratto proposto ammontava a 700 mila euro. Se avessi firmato sarebbe stata la fine della società. A questo punto avevamo convocato la riunione sindacale per il 5 gennaio per pianificare le prossime mosse in vista dell’udienza del 9 gennaio. La richiesta di concordato è l’unica anche perché nel frattempo si sono sommate altre istanze di fallimento da parte di creditori e i margini sono diventati strettissimi. Ma il presupposto per la tenuta di un concordato – ha puntualizzato Ontario – è la riduzione del costo del personale che abbiamo preventivato in circa il 30% della spesa per il lavoro, che serve per risanare l’azienda in cinque anni. Noi avevamo fatto questo incontro per aggiornare i sindacati, non per alimentare un nuovo scontro. La cosa fondamentale da mettere in evidenza è che abbiamo comunicato che la Pubbliservizi è una società che ha accumulato una perdita sistemica e senza procedere al taglio del lavoro non si potrà fare nulla per salvarla. Purtroppo se non si cambia la Partecipata della Città metropolitana sarà sempre uno stipendificio e continuerà a fare debiti. Allora deve essere chiaro che per salvarla bisogna invertire la rotta e sperare in un futuro, attraverso un piano di risanamento».

Ontario ha infine avuto parole di amarezza per la situazione della società e lo scontro in atto, ricordando che in passato, quando alla guida della società c’era l’ex presidente Messina, poi finito al centro di una inchiesta giudiziaria, c’era chi aveva apprezzato anche pubblicamente il lavoro fatto dall’ex presidente per poi, successivamente, trovarsi di fronte a una società a un passo dal fallimento per le azioni del passato.

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