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Sisma di Santo Stefano sull’Etna, ecco la bozza di decreto: 300 milioni di euro per la ricostruzione

Di Redazione |

ROMA – Prima indiscrezioni sulla bozza di decreto per la ricostruzione delle zone terremotate, comprese quelle colpite dal sisma di Santo Stefano sull’Etna. Il decreto, annunciato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vito Crimi, è suddiviso in due parti e riguarda come detto la ricostruzione delle aree colpite dagli ultimi terremoti. Il primo capo – come risulta dalla bozza visionata dall’agenzia Public Policy – contiene 16 articoli per la ricostruzione nelle Regioni Marche (per le scosse che hanno colpito la provincia di Campobasso ad agosto 2018) e in Sicilia (per le scosse che hanno colpito l’area etnea il 26 dicembre 2018): per l’Isola nel decreto sono nominati i comuni  di Zafferana Etnea, Viagrande, Trecastagni, Santa Venerina, Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Bonaccorsi, Milo, Aci Catena, ovvero i nove centri che nel sisma di quasi tre mesi fa hanno riportato danni,

Si tratta del primo intervento legislativo per normare il processo di ricostruzione in questi territori. Nel capitolo che riguarda la contabilità speciale, il decreto assegna 300 milioni di euro per il Commissario straordinario per la ricostruzione nei territori dei Comuni della provincia di Catania per il 2018, 60 milioni per l’anno 2019, 120 milioni per l’anno 2020 ed euro 120 milioni per l’anno 2021. Il decreto parla di interventi per la demolizione e ricostruzione, la riparazione e il ripristino degli edifici pubblici, delle chiese e degli edifici di culto di proprietà di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, per gli interventi volti ad assicurare la funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture. 

Nei giorni scorsi, i terremotati dell’Etna, stanchi di aspettare, hanno annunciato azione eclatanti se il decreto non dovesse essere approvato rapidamente. Il decreto dovrebbe arrivare il Consiglio dei ministri mercoledì prossimo. Questi tre mesi hanno messo dura prova la pazienza delle centinaia di sfollati delle frazioni colpite, per lasciare spazio al senso di abbandono, che avvertono da parte delle istituzioni. Dopo l’emergenza che ha visto il collocamento degli sfollati negli alberghi, la messa in sicurezza di campanili e la riapertura di qualche strada, tutto è rimasto immobilizzato: quasi nessuno ha ricevuto il contributo di autonoma sistemazione e le pratiche per la sistemazione degli immobili per l’importo di 25 mila euro, sono ferme. per colpa soprattutto del mancato rafforzamento degli uffici tecnici, cosi come era stato richiesto sin dall’inizio dai sindaci e dal coordinamento. Anche gli albergatori sono stati messi in difficoltà perché in prossimità della stagione estiva vedono compromessa la programmazione e gli impegni presi con i tour operator con i quali hanno dei contratti in essere.

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