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Strategia, pianificazione, integrazione e lavoro parole chiave della mobilità

Un tavolo con esperti, amministratori e tecnici per dibattere sulla sostenibilità dei collegamenti Etna-capoluogo

Di Francesca Aglieri Rinella |

Un protocollo di intesa tra Comune e Rfi per l’interramento del passante ferroviario, la sospensione (a giugno) del servizio ferroviario Borgo-Paternò con il potenziamento delle linee su gomma per l’avvio del progetto che porterà la metropolitana fino ad Adrano e la pubblicazione (ad agosto) di uno studio di fattibilità per creare un collegamento alternativo alle auto private. Sono alcune delle novità emerse durante il primo dei tre incontri sul tema della mobilità promossi dal nostro quotidiano nell’ambito dell’iniziativa “Etna-mondo”, che mette a fuoco il tema dei collegamenti nell’area del vulcano definito da Fulco Pratesi “il più grande laboratorio naturalistico che esista al mondo” e che l’Unesco ha proclamato, nel 2013, patrimonio dell’umanità.

Le parole chiave

Strategia, sistema, pianificazione, integrazione, responsabilità, lavoro sono state le parole-chiave, mentre la terza corsia della Tangenziale di Catania, i treni, la metropolitana, i bus integrati e l’emergenza traffico in città sono stati alcuni degli argomenti trattati e sviluppati dagli illustri relatori. Hanno lanciato idee, progetti e proposte: Ivan Albo, consulente del Pnrr della Città Metropolitana, Giacomo Bellavia, presidente Amts, Maurizio Caserta, economista di UniCt, Salvo Fiore, direttore generale Fce, Matteo Ignaccolo, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e Architettura di UniCt e docente di Pianificazione e Progettazione dei sistemi di trasporto, Maurizio Caserta, economista Unict, Paolo La Greca, vicesindaco e assessore all’Urbanistica e alla Mobilità, Brigida Morsellino, dirigente scolastico dell’istituto “Duca degli Abruzzi”, il Politecnico del Mare. Il forum è stato moderato da Giuseppe Lazzaro Danzuso.

La formazione

Un importante contributo arriva proprio da Morsellino, che è anche vicepresidente dell’Its Academy mobilità e trasporti e presidente sia della Rete nazionale delle scuole di logistica e sia del Propeller port club di Catania. «Lo scopo dell’Its Academy -dice Morsellino – è quello di formare dei profili professionali in uscita che appartengono a quelle figure che mancano nel settore dei trasporti, della logistica e in particolare del comparto marittimo. Mancano più di 700mila profili che le aziende cercano in modo disperato e che non si trovano perché nessuno li forma. Abbiamo avviato 19 corsi di formazione e già diplomato 700 ragazzi, tutti già occupati».

Potenzialità e criticità

Ma qual è lo stato di fatto in un territorio dalle grandi potenzialità, ma anche di criticità? «Quando si parla di mobilità nella Città Metropolitana – spiega Ignaccolo – occorre fare riferimento al Pums, il piano integrato urbano di mobilità, che è strategico. In cui troviamo, però, criticità infrastrutturali e altre che attengono all’organizzazione. Ci sono carenze importanti nell’ambito infrastrutturale della rete stradale ferroviaria, della mancanza di sistemi tecnologici legati alla mobilità, ma anche di limitati percorsi ciclo-pedonali. E un ruolo non efficiente dei parcheggi nell’ottica dell’interscambio modale. Per i servizi di trasporto pubblico, manca una progettazione che li renda un sistema, non un insieme slegato di mezzi. I numeri parlano di 100mila auto al giorno di utenti pendolari che vanno verso Catania con una sovrasaturazione, ad esempio, della Tangenziale su cui si registrano tremila veicoli per ora per senso di marcia. Le ipotesi sono quelle della terza corsia o del tracciato a monte che sembra più facilmente percorribile. Per questo serve cominciare a pensare ai trasporti come un servizio, con un’agenzia unica per la mobilità (che già il Comune di Catania ha portato avanti). Per gli utenti tutto questo significa cominciare a pensare ai trasporti come un servizio, non compare un biglietto che ti porti da A a B, ma che ti permetta di muoverti in un comprensorio con tutti i mezzi possibili. Da qui una visione di mobilità come libertà».

La road map per l’Etna

Quale road map per il vulcano? «L’Etna è una risorsa immobile – sottolinea Caserta – diversa dai capitali e dalle persone, ma bisogna stare attenti con la sicurezza. Non è solo una risorsa turistica, ma è l’agricoltura, sono i materiali utilizzati che possono essere remunerativi. Il vulcano è una superstar, un filone di ricerca che ne studia il ruolo e le opportunità. Alla domanda banale di chi è il vulcano, la risposta è di tutti noi. Ma abbiamo contezza di quali sono i diritti da “proprietari”, i vantaggi, gli obblighi? È dal rapporto tra proprietà e cura che si può trarre qualche vantaggio. Ecco il vulcano è un po’ come un fallimento del mercato, non sono state sfruttate tutte le sue potenzialità e questo vuol dire che da qualche parte si è fallito».

La sospensione del treno Borgo-Paternò

Un’importante novità viene dalla Fce. «In vista della tratta Catania-Paternò – annuncia Fiore – per realizzare le opere di questo cantiere si rende necessario sospendere l’esercizio ferroviario tra Catania Borgo e Paternò e ovviamente metteremo in piedi un servizio sostitutivo su gomma con un’offerta anche migliore. L’orizzonte temporale di riferimento, legato al Pnnr, è il 2026 ed è un orizzonte sostenibile. Per la tratta Monte Po-Misterbianco centro, con cui c’è un confronto con la ditta appaltatrice per via di alcune criticità, invece, riteniamo ipotizzabile entro giugno di quest’anno l’apertura del cantiere». Assente, per motivi di salute, il sindaco di Adrano, Fabio Mancuso. A lui si sarebbe chiesto cosa significherà per un comune che ha quasi 40mila abitanti, poter raggiungere con la metro in qualche decina di minuti nel centro di Catania. A questo ha risposto La Greca per capire se il Comune ha stimato di quanto diminuirà il numero di automobili che si riverseranno in città una volta che il progetto della metro che conduce a Misterbianco, Paternò e Adrano sarà completato. «È una cifra estremamente importante, con una stima di 20/30mila automobili in meno – ammette il vicesindaco La Greca – si parlava di libertà: libertà di accessibilità, di movimento, libertà da una schiavitù dall’auto. L’Amministrazione sta cercando di incentivare un trasporto pubblico di massa e di scoraggiare l’uso del mezzo privato per favorire appunto questa libertà. È impegnata a fare capire agli utenti che muoversi con altri mezzi di trasporto e ancor di più a piedi. Questa è la vera novità. Sulla Tangenziale – lo abbiamo visto – basta una minima perturbazione del sistema e il traffico va in tilt. Il sindaco Enrico Trantino firmerà il 18 aprile un protocollo di intesa con Rfi, sistemi urbani e Comune che avrà come tema l’interramento del passante ferroviario».C’è una grande richiesta di ferrovie. E l’afflusso di auto in città è già sceso grazie a quella che collega Catania con Acireale e Giarre. Ma il maggior afflusso proviene però dal versante Sud dell’Etna e da Comuni come Nicolosi, Mascalucia, San Giovanni La Punta, Sant’Agata Li Battiati. Il consulente dell’Ente per il Pnrr, Albo sottolinea cosa la Città Metropolitana pensa di fare per ridurlo.

Come ridurre il traffico

«Sicuramente – aggiunge Albo – serve disincentivare la disaffezione dei cittadini rispetto al mancato scambio di informazioni a cui siamo stati costretti ad assistere. Un ente pubblico che non informa un altro ente pubblico della chiusura di uno svincolo (lo svincolo di Canalicchio, ndr). Entro agosto depositeremo uno studio di fattibilità su come creare un collegamento alternativo di rete primaria (come indica lo stesso Pums) perché questi flussi di auto private possano trasformarsi in una mobilità pubblica. Uno studio che monetizza i benefici valutando tre ipotesi: una su gomma appannaggio del Brt, una sul ferro e la terza la monorotaia sospesa: una su Mascalucia, l’altra su San Gregorio. Oggi non sappiamo quale di queste alternative sarà quella valorizzata».

Bus, car e bike sharing

Chi arriverà a Catania senza auto avrà bisogno di bus, car e bike sharing. Come si sta preparando l’Amts?«Al di là delle esigenze a medio e lungo periodo – precisa Bellavia – noi abbiamo un’esigenza a breve termine perché l’area metropolitana ha un deficit di mobilità. Sull’infrastrutturazione leggera si può ad esempio incominciare dai Brt con opere a basso impatto economico e di facile realizzazione. E poi proseguire con le piste ciclabili, potenziare il sistema di bike sharing che ci ha visti crescere in poco tempo. Adesso abbiamo 50 ciclo-stazioni, a farne altre 50 o 100 non ci vuole molto. Si può e si deve fare tanto in tempi brevi per dare benefici immediati alle richieste di mobilità. E poi c’è il tema del servizio. Trenitalia ha un importante peso con sette stazioni dentro la città. Ma spesso non è percepito perché non si dà valore a questa dimensione di treno metropolitano. E sulla mobilità pedemontana dell’Etna. spesso i Comuni non hanno le risorse disponibili».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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