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«Tangenziale: la terza corsia bloccherebbe tutta la Sicilia orientale»

Idee e proposte. «Andrebbe in tilt il traffico su gomma. Più fattibile il progetto di un terzo “arco” da realizzare a monte dell’arteria attuale»

Di Francesca Aglieri Rinella |

A proposito di bici. Esiste un progetto di Circumetnea per trasformare, una volta abbandonata la stazione Borgo, il tracciato della linea ferrata in una pista ciclabile? E questo progetto riguarda anche altre strade, come fu per il corso delle Province?«Con la trasformazione della ferrovia a metropolitana – risponde Fiore – liberare le aree dei centri urbani è un’opportunità. Ma non è Fce a realizzare un’opera di questo genere. Il binario verrà restituito al demanio e sarà lui a gestirlo. Già accade che i nostri treni sono attrezzati per accogliere a bordo le biciclette, ma è un fenomeno che si basa sulle iniziative del singolo che andrebbero più strutturate».«Tra amministrazione comunale e Amts, come testimonia il presidente Bellavia – ribadisce La Greca – c’è una notevole sinergia. Tre punti vorrei sottolineare. Il primo: la Tangenziale. L’ipotesi della realizzazione della terza corsia avanzata da Anas ha avuto uno stop da parte di Comune e Città Metropolitana. Oggi realizzarla significherebbe tenere questa strada chiusa nelle ipotesi migliori per più di un anno. Significherebbe bloccare il sistema su gomma di tutta la Sicilia orientale. È impensabile. Si potrebbe, invece, immaginare il terzo arco più a Nord. Secondo punto: il Brt. Le linee protette sono quelle che funzionano meglio perché rispondono a possibilità di riduzione dei mezzi e con tempi ragionevoli. Si potrebbe realizzare un’altra linea coinvolgendo anche le Municipalità: il Brt2 che chiude l’arco della metropolitana Nesima-Stesicoro. Terzo punto: il treno metropolitano. La Regione Piemonte ha 4,2 mln di abitanti e investe in Tpl quasi 480 milioni. La Sicilia che ne ha quasi 5 milioni, ne investe poco meno di 250mila. Sono dati significativi. è una battaglia continua per aumentare i treni viaggianti e Trantino ha già avuto un’interlocuzione con Rfi».Il nuovo sistema di mobilità che sta per avviarsi muta profondamente anche la visione del turismo.«La Città Metropolitana – aggiunge Albo – deve recuperare quel gap in termini di risorse da parte delle amministrazioni locali. Per recuperare quella sinergia e trovare soluzioni a breve e a lungo termine per la collettività, per il turismo».In sintesi. Per Ignaccolo «c’è un’architettura della mobilità, c’è una pianificazione dei trasporti, ci sono il Pums e il Pgtu. Serve solo un approccio più integrato». Per Caserta «troppo a lungo c’è stato un rapporto tra affari e politica senza investimenti che ha portato a un mancato salto di qualità». Per La Greca «Catania deve tornare ad avere il coraggio di pensare perché purtroppo facciamo ancora fatica a guardare a un normale futuro di mobilità sostenibile». Per Morsellino «ognuno per la propria parte deve realizzare qualcosa di concreto e dare continuità alle scelte della politica. Formazione e cultura sono punti di forza».Conclusioni affidate a Domenico Ciancio, condirettore de La Sicilia: «Quella di questo tavolo potrebbe essere una foto-notizia. E questo incontro diventa per noi un elemento di grande piacere e un elemento del territorio che non fa solo informazione, ma che partecipa alla vita del territorio. Così il giornale non è uno specchio di quello che accade, ma anche un attore di quello che accadrà. Il nostro dovere è quello della trasparenza e di riuscire ad aiutare le diverse realtà – compresa la politica – e i protagonisti a fare qualcosa con più semplicità. Ecco: proviamo a essere un notaio del territorio».

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