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La pandemia

I prof contagiati, rischio focolai a scuola e il caso Catania: cosa sappiamo

Difficile il tracciamento del passaggio del virus dagli studenti alle famiglie

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Il ritorno a scuola può essere un boomerang. E quali sono gli accorgimenti che sono stati adottati per evitare che un possibile contagio dei più giovani poi non si ripercuota nelle famiglie? La storia emblematica che viene raccontata da una professoressa mostra in tutta la sua evidenza che ancora non siamo fuori del tutto dalla pandemia che è diventata endemica e che continua a mietere nuovi contagi soprattutto in provincia di Catania dove si continuano a registrare ormai da giorni più di 150 casi di nuovi contagi. Ieri addirittura 173.   

Se tracciamo uno scenario settimanale, Catania arriva a sfiorare i mille contagi in sette giorni, col rischio che saltino i tracciamenti e che si ricominci d’accapo con una nuova emergenza negli ospedali che potrebbe coinvolgere tutta l’isola che procede ultima in fatto di percentuale di vaccinati. Gli esperti dicono, comunque, che la pandemia qui in Italia è in affanno, ma a vedere i dati degli altri paesi, come l’Inghilterra e la nuova variante plus della Delta chi può dirci che i numeri non salgano presto anche da noi? E sappiamo qual è stata finora l’incidenza dei contagi causati dal ritorno a scuola, ma soprattutto quanto questa ha finora  influito in famiglie in cui magari i genitori hanno scelto di non vaccinarsi per scelta?

E poi finora molte scuole si sono difese tenendo aperti gli infissi, ma quando arriverà il primo freddo il discorso sarà un altro. Il guaio è che non sappiano niente di niente. Solo in provincia di Catania ci sarebbero oltre 250mila cittadini non vaccinati. Una grande città  da immunizzare con numeri impietosi di nuove prime dosi giornaliere  che non superano le 2500 unità. Di questo passo, sempre che tutti intendano vaccinarsi non basteranno 4 mesi per coprire tutta la popolazione etnea in età da vaccino.

Il primario della Pneumologia Covid del Cannizzaro di Catania, Sandro Distefano,  invita alla cautela: «E’ meglio non abbassare la guardia almeno sino alla fine di novembre. Ci sono troppe variabili in ballo e noi in reparto da giorni non riusciamo a scendere sotto i 17 ricoverati. Quando ne dimettiamo uno, subito dopo arriva il nuovo ricovero. Stiamo parlando di soggetti tutti non vaccinati, alcuni in condizioni serie. Non siamo certo nel periodo dell’emergenza di  anno fa, ma con tutti questi non vaccinati  in provincia chi può dire cosa accadrà domani? Il guaio è che la gente non si rende conto che c’è ancora mezzo mondo in emergenza». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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