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Enna, giudice dà torto a Miur

Enna, giudice dà torto a Miur Università romena è legittima

Il ministro Giannini: «I corsi restano non autorizzati»

Di Redazione |

CALTANISSETTA – Il giudice civile di Caltanissetta ha confermato la legittimità dei corsi di Medicina e professioni Sanitarie dell’università romena Dunarea de Jos di Galati e promossi dal Fondo Proserpina, interfaccia ad Enna della Dunarea, rigettando il ricorso presentato dall’Avvocatura distrettuale dello Stato sulla legittimità dell’avvio delle attività didattiche dei corsi di laurea romeni.

I giudici hanno dato ragione al Fondo Proserpina e all’ateneo romeno che in base ai trattati europei avevano più volte affermato la legittimità dei corsi. Il Miur aveva presentato ricorso. Nell’ordinanza con cui rigetta il ricorso del Miur il giudice  Gregorio Balsamo scrive che “giova rammentare che la presente azione ex art. 700 c.p.c. ha natura cautelare ed è volta a porre rimedio ad una situazione di urgenza. Come in tutti i procedimenti cautelari, pertanto, la domanda potrà trovare accoglimento solo in presenza degli indefettibili requisiti del fumus boni iuris e del periculum in mora, inteso come pregiudizio imminente e irreparabile”.

“Fermo restando – scrive il giudice – che il reale obiettivo del Ministero sarebbe quello di impedire il conseguimento (o quantomeno la spendita) del titolo rumeno in Italia, si osserva che nel caso in cui il Miur ritenesse che tali titoli non trovino automatico riconoscimento nel nostro Paese, ben potrebbe adottare, nell’ambito delle proprie attribuzioni, un formale provvedimento di diniego di tale efficacia, non risultando necessaria una preventiva pronuncia da parte dell’Autorità Giudiziaria. Qualora, al contrario, il Ministero ritenesse che tali titoli godano del riconoscimento automatico in Italia, mal si comprenderebbe su quale base giustificare la chiesta interruzione dei corsi”.

“Ed invero – scrive ancora – per quanto attiene al periculum in mora, del tutto generico (oltre che non provato) risulta il richiamo dell’Amministrazione al pregiudizio all”autorevolezza normativà che alla stessa deriverebbe dal protrarsi dell’attività didattica. L’espressione utilizzata da parte ricorrente appare invero di difficile comprensione, ma quand’anche si volesse individuare il paventato vulnus nel possibile aggiramento della normativa nazionale in materia di quote annuali massime di ingresso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e in professioni sanitarie e nella mancata garanzia della qualità degli insegnamenti impartiti (come pure sostenuto dal Miur), il ricorso risulterebbe parimenti non accoglibile”.

“Più nello specifico – aggiunge – si osserva anzitutto che nessun pericolo di violazione delle quote nazionali di ingresso si potrebbe verificare nel caso di specie. Mette infatti appena conto rilevare che i corsi in questione sono stati attivati da parte dell’Università Dunarea de Jos di Galati, ossia da un Ateneo rumeno (in quanto tale non inserito all’interno del sistema universitario italiano), volti al rilascio di titoli da parte della medesima Università, senza alcuna refluenza, dunque, sul sistema italiano delle quote”. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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