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I misteri della Uno bianca continuano in Sicilia: l’auto della sanguinosa banda è scomparsa da Scordia

La Fiat utilizzata dalla gang che uccise 24 persone fu acquistata da un agricoltore, ma oggi si sono perse le tracce di quel mezzo

Di Redazione |

FO 750213 è la targa della Fiat Uno 45 Fire bianca, 1000 di cilindrata alimentata a benzina, immatricolata il 16 novembre 1989. Dal 1983, suo anno d’esordio, l’utilitaria italiana è stata leader del mercato automobilistico dominando la scena per molti anni e toccando il suo acme di vendita proprio tra il 19 giugno 1987 e il 21 novembre 1994, protagonista inconsapevole di uno dei momenti più bui della storia italiana. La comunissima vettura, dopo un esordio criminale con la Regata, fu scelta dagli assassini che facevano parte della banda della Uno bianca, appunto.

L’organizzazione criminale era composta da poliziotti, in cui spiccano i tre fratelli Savi: Roberto, detto “il monaco” e Alberto, entrambi poliziotti e Fabio, detto “il Rambo”, carrozziere. In 7 anni di attività, in cui compivano soprattutto rapine, uccisero 24 persone e ferito altre 102 persone.

E proprio la Uno targata FO750213, dopo essere stata rubata tra il 17 e 18 agosto 1991 a un 46enne di Rimini, fu tra le auto usate per seminare morte e dolore in cinque province tra Emilia Romagna e Marche, tra cui proprio Forlì, provincia di provenienza dell’auto che a differenza delle altre, forse per un eccesso di sicurezza o mitomania da parte della banda, riesce ad evitare il destino di essere data alle fiamme e distrutta dai criminali dopo avere messo a segno uno dei tanti colpi, quello più eclatante, l’uccisione di due senegalesi per motivi razziali.

Fu ritrovata il 27 agosto dello stesso anno. Da quel momento le indagini andarono più svelte, arrivando agli arresti di tutti i componenti della banda della Uno bianca nel novembre del 1994. Il processo si concluse nel 1996. Le sentenze furono l’ergastolo per i fratelli Savi e per Marino Occhipinti, 28 anni (poi 18) per Pietro Gugliotta e 3 anni e 8 mesi per Luca Vallicelli.

L’arrivo ai piedi dell’Etna

La Fiat Uno targata FO750213 dopo essere stata dissequestrata ma “ripudiata” dal legittimo proprietario torna a rifarsi un’altra vita ai piedi dell’Etna, tra gli aranceti di Scordia, dove arriva nel 1997 con atto e passaggio di proprietà sottoscritto il 18 marzo da un ignaro ma rispettabilissimo agricoltore nato il 16 agosto del 1920, proprio nel giorno del Santo Patrono della città. Ormai in pensione, l’anziano 77enne l’acquista per una cifra intorno alle 2.000 euro e la utilizza per recarsi nei suoi agrumeti e per accompagnare i suoi nipoti a scuola.

L’auto gli viene venduta da un parente del genero che gestisce un autosalone e che l’aveva a sua volta acquistata da un concessionario riminese. Tutto pienamente in regola.

Al momento l’auto risulterebbe ancora intestata all’uomo, scomparso nel 2007 all’età di 87 anni. Dopo la sua morte, l’auto è uscita per sempre dal garage, al piano terra dell’abitazione, in cui era gelosamente conservata. Rimane da capire che fine abbia fatto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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