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I pm: «Ecco come avvenivano le mutilazioni»

Di Redazione |

Erano violenze «spaventose» quelle che le due associazioni scoperte dalla Polizia a Palermo commettano sulle vittime per poi ottenere i rimborsi assicurativi. Lo scrivono i pm di Palermo Alfredo Gagliardi e Daniele Sanzone e il procuratore aggiunto Salvatore De Luca nel provvedimento di fermo eseguito questa mattina nei confronti di 11 persone, sottolineando che entrambe le organizzazioni avevano messo in piedi un sistema collaudato che includeva tutte le fasi della truffa, dalla predisposizione del falso incidente fino al momento di riscuotere il rimborso.

Le associazioni erano strutturate in maniera «verticistica»: alla base vi sono coloro che si occupavano di arruolare le vittime dei falsi incidenti, persone «cercate in contesti caratterizzati da degrado e povertà»: ed in questo contesto, scrivono i pm, «colpisce l’estremo cinismo degli associati, i quali privilegiavano l’avvicinamento di persone in disastroso stato economico, nonché sovente colpite da ritardi psichici o da tossicodipendenza». Vittime che venivano costantemente raggirate: la promessa di avere quote dei rimborsi assicurativi o non veniva mai mantenuta. O, nella migliore delle ipotesi, ottenevano solo una piccola parte.

Una volta ricostruito il falso incidente iniziavano le violenze vere e proprie: le vittime venivano trasportate in appartamenti o magazzini a disposizione delle organizzazioni e affidati «alle cure dei sodali più violenti e pericolosi, incaricati della spaventosa fase della frattura delle ossa». Ecco come avveniva. «Le vittime – scrivono i pm – vengono blandamente anestetizzate con del ghiaccio o con farmaci, gli arti vengono appoggiati in sospensione tra due blocchi di pietra o cemento e poi viene lanciata con violenza, sulla parte dell’arto sospesa, una borsa piena di pesi in ghisa o di grosse pietre in modo da provocare fratture nette e possibilmente scomposte, poiché produttive di un più ingente risarcimento». A quel punto le vittime, «in preda a lancinanti dolori» vengono portati negli ospedali dove altri appartenenti all’organizzazione prendono in carica i soggetti per evitare che qualcuno di loro possa ripensarci e denunciare quello che era accaduto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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