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IL PROCESSO

Il “sangue blu” della mafia, condannato a 14 anni il boss catanese Ciccio Napoli: era un “uomo d’onore riservato”

La sentenza del gup Chiara Di Dio Datola

Di Laura Distefano |

Condannato a 14 anni di reclusione. La gup Chiara Di Dio Datola, che ha appena letto il dispositivo della sentenza del processo Sangue Blu, ha inflitto questa pena a Francesco Napoli, ritenuto il rappresentante provinciale della famiglia catanese di Cosa nostra. Indicato dal pentito Santo La Causa come un uomo d’onore riservato, il rampollo della famiglia Ferrera – i “cavadduzzu” – avrebbe preso le redini dei Santapaola-Ercolano non appena uscito dal carcere. La sua “nomina” infatti sarebbe stata ratificata proprio dai boss dietro le sbarre.

L’imputato, nel corso del procedimento abbreviato, ha fatto delle parziali ammissioni ma sempre negando il ruolo di “capo promotore” e di vertice. L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dai pm Rocco Liguori e Lina Trovato, avrebbe dimostrato come ogni decisione – almeno quelle importanti – avrebbe dovuto essere decisa da lui.

Il delfino

Francesco “Ciccio” Napoli, nonostante la sua estrema attenzione a non parlare al telefono e a far partecipare ai summit il suo “delfino” Cristian Buffardeci (condannato a 12 anni, 1 mese e 20 giorni), è stato pedinato e monitorato dagli investigatori per diversi mesi.

A chiudere il cerchio poi sono state le dichiarazioni del pentito Salvatore Scavone, ex reggente dei Nizza, che ha raccontato del suo coinvolgimento per risolvere una controversia con Carmelo Di Stefano dei Cursoti Milanesi (poi arrestato per il duplice omicidio dell’8 agosto 2020 al viale Grimaldi).

Il collaboratore inoltre ha raccontato che ci sarebbe stato un piano per uccidere Ciccio Napoli, ma poi sfumato perché il giorno in cui doveva avvenire l’agguato gli arrivò la notizia della morte del padre.

Le condanne inflitte dal gup

Ecco le condanne del gup: Carmelo Bonaventura 8 anni e 40mila euro di multa, Cristian Buffardeci 12 anni, 1 mese e 20 giorni e 40.000 euro di multa, Francesco Caserta 6 anni e 8 mesi e 30mila euro di multa, Domenico Colombo 8 anni, Massimo Di Salvatore 4 anni e 18mila euro, Carmelo Fallica 4 anni 1 mese e 23 giorni, Rosario Lombardo 6 anni 2 mesi e 20 giorni e 18.000 euro di multa, Corrado Gabriel Muscarà 4 anni, 1 mese e 23 giorni e 3.550 euro, Francesco Napoli 14 anni, Vincenzo Pino 4 anni 1 mese e 23 giorni, Francesco Platania 8 anni e 40.000 euro di euro di multa, Carmelo Raciti 6 anni, 2 mesi e 20 giorni e 4.4450 euro di multa, Francesco Santapaola 6 anni, 2 mesi e 20 giorni e 4.450 euro, Gabriele Santapaola 8 anni, 10 mesi e 20 giorni e 40.000 euro, Giuseppe Santapaola 4 anni, 8 mesi e 20 giorni, Vincenzo Sapia 2 anni e 5.199 euro, Giuseppe Scaletta 2 anni (a titolo di aumento con altra sentenza), Lorenzo Michele Schillaci 8 anni e 4 mesi e 6.000 euro di multa, Gaetano Sortino 3 anni, 8 mesi e 13 giorni e 10.000 euro di multa, Gaetano Tringale 6 anni e 8 mesi e 30mila di multa, Gerardo Zammataro 1 anno e 8 mesi e 6.000 euro di multa, Daniele Carmelo Zappalà 8 anni 10 mesi e 20 giorni e 40.000 euro di multa.

I patteggiamenti

Il gup ha inoltre condannato con il rito del patteggiamento gli altri 12 imputati: Simone Atanasio 1 anno e 4 mesi, Eugenio Dante Barbero 2 anni e 2 mesi e 4.600 euro di multa, Angelo Antonio Castorina 4 anni e 14.000 euro, Salvatore Di Mauro 2 anni e 2 mesi e 4.600 euro di multa, Francesco Ferrera 2 anni 9 mesi e 10 giorni, Salvatore Daniele Lomonaco 1 anno 10 mesi e 4.400 euro di multa, Mario Marghella 2 anni 2 mesi e 4.600, Giuseppe Pappalardo 4 anni e 4 mesi e 40.000 euro, Antonino Santapaola 2 anni e 8 mesi e 12.000 euro di multa, Giuseppe Turrisi 1 anno e 6 mesi e 4.200 euro di multa. Ad Atanasio, Lomonaco e Turrisi la giudice ha concesso il beneficio della sospensione della pena.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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