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Il tentato omicidio di Monte Po: i gemelli vanno ai domiciliari con il braccialetto

La gip lapidaria: «Un'aggressione preordinata»

Di Laura Distefano |

Il 56enne è «stato vittima di un’aggressione preordinata» che è stata commessa «congiuntamente dai due indagati». E inoltre la versione fornita dai due gemelli sarebbe «in contrasto» con quanto emerso «dalle risultanze» investigative «acquisite». La gip Anna Maria Cristaldi non ha convalidato l’arresto in flagranza dei due fratelli 38enni indagati per il tentato omicidio avvenuto domenica scorsa a Monte Po ma ha disposto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Misura ritenuta idonea – anche in considerazione dell’incensuratezza dei due indagati, difesi dall’avvocato Maria Lucia D’Anna – ad «arginare» le «esigenze cautelari».Dalle dodici pagine dell’ordinanza emergono nuovi particolari su quanto accaduto il 21 aprile, alle 14,20, vicino alla piazza Del Mercato. Alcuni punti del racconto dei due arrestati non hanno convinto la giudice. E in particolare il fatto che il coltello lo avrebbe tirato fuori il compagno della madre. Ricordiamo, infatti, che i due gemelli sono figli della donna che da un paio d’anni ha una relazione, seppur non stabile, con l’uomo accoltellato in via Gaetano Di Giovanni. Sotto casa sua. I fratelli sono andati a Monte Po per andare a prendere la mamma, che quel pomeriggio era a casa del compagno. A spingerli a prendere la Fiat Panda sarebbe stata la preoccupazione per la donna, che avrebbe alcuni problemi di salute, sentita al telefono. Uno dei fratelli ha detto nel corso dell’udienza di convalida che la voce della madre non gli era piaciuta. E per questo aveva telefonato all’uomo che frequentava che non solo si sarebbe rifiutato di accompagnarla, ma lo avrebbe addirittura minacciato. Una volta arrivato sotto casa avrebbe citofonato chiedendo alla mamma di scendere, ma in strada sarebbe arrivato il 56enne che avrebbe cominciato a spintonarlo e avrebbe tirato fuori un coltello. L’altro fratello vedendo la scena avrebbe preso dalla tasca un taglierino (che usa per dei lavoretti) e avrebbe ferito alle mani la vittima. Poi il tagliabalza è caduto, è stato trovato infatti dai poliziotti sulla scena del crimine. L’altro gemello, poi rimasto ferito, ha raccontato di essere riuscito a disarmare l’uomo che però avrebbe continuato a infierire e quindi di averlo colpito più volte con il fendente. Ma nessuno dei testimoni ha visto il 56enne scendere armata. Da qui i dubbi del gip.

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